Nessun decreto di secretazione degli atti all’epoca in cui monsignor D’Ercole parlò inequivocabilmente con Traversi dell’inchiesta e dunque nessuna sussistenza del reato di rivelazione di atto d’ufficio. Questa in sintesi la motivazione dell’assoluzione in Corte d’appello per Giovanni D’Ercole coinvolto nell’inchiesta sulla tentata truffa dei fondi Giovanardi, 12 milioni di euro per il sociale da distribuire nel territorio martoriato dal sisma del 2009. I giudici Marco Flamini e la presidente Fabrizia Francabandera spiegano – E’ assolutamente inequivocabile che monsignore D’Ercole e Traversi parlarono della Fondazione e del fatto che vi fosse un’inchiesta in corso, tanto é vero che D’Ercole concluse l’incontro con la raccomandazione di non toccare i soldi, ma il reato di rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale in corso, non sussiste perchè, come ha osservato il Gup, non esisteva al momento dei colloqui tra D’Ercole e Traversi, un efficace e valido decreto di segretazione degli atti. Assolto anche il sindaco di S.Demetrio Silvano Cappelli: “Non c’é la prova – dicono i giudici – circa la volontà di Cappelli nel realizzare una truffa e circa la conoscenza, da parte sua, del fine illecito perseguito dai coimputati Traversi e Cavaliere. Perchè il fatto non sussiste alla base dell’assoluzione di D’Ercole; perchè il fatto non costituisce reato la motivazione dell’assoluzione di Cappelli.
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