video » Fondazione Paolo VI, disabili lasciati a piedi

Bussi processo

disabile1Minaccia un gesto estremo, di lanciarsi dalla torre civica del Comune di Pescara. Non ce la fa più Paolo, padre di un ragazzo di 28 anni affetto da autismo, rimasto vedovo da due anni con il figlio. Chiede aiuto, almeno una risposta, visto che da alcuni giorni, lui come altri genitori di ragazzi disabili, hanno visto sospendere il servizio di trasporto da parte della Fondazione Paolo VI. Così la Fials, per bocca di Gabriele Pasqualone, si fa portavoce delle difficoltà di questi genitori, che devono provvedere da soli al trasporto dei figli disabili che frequentano l’istituto di riabilitazione. Paolo ci dice che è stato avvisato da una telefonata dal Paolo VI “da un giorno all’altro, senza preavviso”. “Dicono che non hanno più soldi, ma i soldi ci sono! – tuona il signor Paolo – mi devono dire perché hanno tolto il servizio.” Una risposta da parte del direttore, un sacerdote (l’istituto è della Curia), l’attende anche Gabriele Pasquale che si è rivolto al Prefetto per una situazione definita drammatica. “Se è vero che la Regione ha fatto tagli al sociale, dal Paolo VI ci sevono dire comunque come stanno le cose”, afferma Pasqualone. Paolo è rimasto vedovo due anni fa e si è trasferito da Montesilvano dove abitava, nella vicina Pescara per stare vicino al cimitero dei Colli, dov’è sepolta la moglie, perché, ci dice: “mio figlio vuole stare vicino alla mamma ed ogni giorno lo devo portare al cimitero dov’è sepolta.” A questo punto basterebbe almeno una risposta, per Paolo, per gli altri genitori, soprattutto per i ragazzi.


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