Un Natale un po’ sottotono, con la crisi che si fa sentire nei portafogli ma non nei valori e nei sentimenti veri. Anche in Abruzzo la Vigilia ed i giorni di festa trascorreranno all’insegna della tradizione e della famiglia: Natale è la festa per eccellenza, quella dei bambini e di chi, per un po’, torna ad esserlo tra Presepe, Albero e luci, queste ultime poche per la verità, anche nelle nostre città. Al pranzo natalizio non si rinuncia e chi può non rinuncia nemmeno al cenone della Vigilia, tra una tombolata e l’altra, lo scambio immancabile dei regali e non conta cosa vi sia dentro, conta il come li si doni. C’è chi lavora anche a Natale, gli eroi di tutti i giorni e ci sono i volontari che si apprestano al dono più bello: il proprio cuore, il proprio tempo, per chi è sempre più in difficoltà, non solo economica, ma anche di solitudine, uno dei mali più difficili da vincere. Gli ottimisti non mancano mai, invitano alla positività, e non mancano nemmeno i realistici o i polemici, a seconda di come li si guardi. Anche e soprattutto questo è un Natale dai mille volti, il posto dell’anima riservato ai ricordi e alle speranze, alla festa e alla famiglia, all’attesa ed al silenzio, alla fede ed al consumismo (quest’anno meno per la verità). E a chi sostiene che il Natale è la festa del buonismo, c’è chi replica, no è la festa dei sognatori, di chi spera che almeno per il tempo di un fiocco di neve che cade e si posa a terra, il mondo e noi stessi, possiamo essere migliori. Buon Natale.
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