video » Federico Caffé, centenario nel silenzio

Federico-Caffe1Eppure non è un nome che si dimentica. Quell’abitudine italica di sorseggiare un liquido nero e carico dovrebbe ricordarcelo tutti i giorni, Federico Caffè. E invece. Nella notte fra il 14 ed il 15 aprile del 1987 spariva nel nulla un uomo minuto e riservato, che aveva messo la passione per l’economia e per l’insegnamento al centro della sua vita. Era Federico Caffè, ed era nato il 6 gennaio 1914. Docente universitario, storico del pensiero economico, Caffé insegnò a lungo a Roma e a Pescara, sua ingrata città natale. Un convegno, una targa, un’intitolazione e poco altro ne ricordano la figura, e addirittura niente ieri, nel giorno centenario della nascita. Caffé ebbe diverse esperienze di insegnamento, anche all’estero, poi tornò nella capitale. Alla lunga carriera universitaria affiancò una prestigiosa carriera pubblica, ma la dedizione all’insegnamento e i tanti incarichi non lo allontanarono dall’impegno civile: antifascista negli anni della guerra, vicino al riformismo cattolico negli anni ’50, poi attento e critico consigliere del sindacato unitario. Il professore fu uno dei maggiori diffusori della dottrina keynesiana, della quale colse gli elementi innovativi convinto che, poiché il mercato è una creazione umana, l’intervento pubblico debba essere una componente necessaria e non un elemento vessatorio. I suoi studi vertevano soprattutto su welfare, sulla distribuzione dei redditi, sui difetti connaturati al sistema mercato e sul bisogno di assicurare occupazione e protezione sociale, in particolare ai più deboli. Alle migliaia di studenti che hanno avuto la fortuna di averlo come docente, Caffè dedicò l’intera vita; i giovani lo amavano per la lucidità espositiva, la veemenza contro le ingiustizie, la prosa colta ed essenziale. Il professore non si stancava mai di trasmettere il suo sdegno di fronte all’idea che “un’intera generazione di giovani debba considerare di essere nata in anni sbagliati e debba subire come fatto ineluttabile il suo stato di precarietà occupazionale”. Profondamente rispettoso di tutte le scuole di pensiero, era sempre fedele al dubbio sistematico. Cosa sia accaduto quella notte a Roma non si è mai saputo. Sul comodino del professore furono trovati solo l’orologio, i documenti e gli occhiali; ma forse c’era anche il dolore per l’età della pensione, che l’aveva allontanato per sempre dai suoi ragazzi.


{avsplayer videoid=8245}

Sii il primo a commentare su "video » Federico Caffé, centenario nel silenzio"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*