Nei mesi scorsi la Regione ha approvato una delibera con la quale ha deciso di investire 1,3 milioni di euro per contrastare l’erosione costiera, vero e proprio flagello per moltissimi Comuni abruzzesi. Sulla costa teatina il ripascimento coinvolge Ortona, Fossacesia e Casalbordino. In una nota il WWF Zona Frentana e Costa Teatina ricorda come già all’inizio del 2010 criticò aspramente, insieme ad altre associazioni ambientaliste, la scelta di puntare sul ripascimento come mezzo di contrasto all’erosione costiera. “I mesi successivi dimostrarono quanto le nostre perplessità fossero fondate. Ad ottobre dello stesso anno, poco meno di 5 mesi dalla fine delle operazioni di ripascimento e prima ancora dell’arrivo delle prime vere mareggiate autunnali ed invernali, ben 10 metri dell’arenile erano già stati erosi. Va sottolineato che le valutazioni ambientali obbligatorie per legge in questi casi prevedono anche una verifica post lavori. La Regione –si chiede il WWF- le ha mai effettuate o se ne sono preoccupati solo alcuni privati cittadini?”
Dopo due anni nei quali i balneatori di Casalbordino, come quelli di altri Comuni, hanno chiesto disperatamente un intervento duraturo ed efficace per il litorale, si è arrivati a ridosso della stagione estiva senza aver risolto il problema, e come al solito l’unica soluzione sonio altri 100.000 euro da buttare in mare. Il WWF Zona Frentana e Costa Teatina torna a chiedere di abbandonare la strada della continua “emergenzialità”. Il problema erosivo è complesso e necessita di un approccio su larga scala e lungimirante, come quello indicato dal modello GIZC (Gestione Integrata della Zona Costiera), un modello di cui la Regione Abruzzo è stata pioniera negli anni ’90 con il progetto R.I.C.A.M.A., per poi abbandonarlo nei cassetti. Un modello di gestione raccomandato dall’Europa e già adoperato con successo in tante regioni italiane, e che il WWF suggerisce alla prossima Giunta regionale.
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