video » Elezioni, la mania dei sondaggi

urnaelettoraleMi faccio bionda o bruna? Arriverà il giorno in cui lo chiederemo all’esperto. Al parrucchiere? No, al sondaggista. Nell’epoca del dominio dell’egocentrismo, che ci spinge a desiderare pupazzetti di noi stessi stampati in 3 D o a scattare selfie compulsivi, un po’ sorprende quest’impero dell’insicurezza, dove sapere come ci vedono gli altri è più importante che sapere come ci vediamo noi. Che poi i sondaggi, quelli veri, sono come le regole, fatte per essere trasgredite. Infatti spesso vengono smentiti. A farli conoscere fu soprattutto l’ex cavaliere, che ne commissionava a iosa, come una mamma apprensiva misura la febbre ogni cinque minuti al figliolo malato. Gli altri prima criticavano, poi hanno emulato, combattendo a colpi di doxa e demoscopea la battaglia del consenso. Per la cronaca: l’ultimo, sulle regionali in Abruzzo, segna un pari e patta fra centrosinistra e centrodestra, al 34%; segue M5S, al 26%. Quando il sondaggio non è scientifico si può esprimere in vari modi: con un mi piace o un televoto, diventando followers o cliccando sul santino del politico di turno, ammesso che si sappia chi è. Quando non si sa si può ricorrere ad un sondaggio, o a un’altra specie di sondaggio che chiamano primarie. Utili per mettere d’accordo tutti affidando la responsabilità della scelta al cittadino elettore (il quale peraltro, una volta alle urne, verrà mollato in tronco e senza preferenze). Dunque il sondaggio è democratico? Sì, ma pure comodo.


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