Stop al biocidio sono andati a dirglielo in faccia, o almeno davanti alla faccia del cancello di quella che poi è una delle infinite tessere del puzzle dei veleni. L’hanno scandito con voce forte e chiara: Bonifica! Bonifica! La manifestazione di oggi non è autorizzata: ci sono i carabinieri, i quali comunque osservano senza intervenire. Del resto non è per nascondersi che i manifestanti hanno indossato mascherine e tute bianche, piuttosto sembrano voler ricordare gli agenti della forestale che, otto anni fa, portarono alla luce l’immonda discarica Tre Monti, la più grande d’Europa, a due passi dal Pescara e nei pressi di Bussi officine. Un manipolo di tute bianche, davanti agli uffici Edison di contrada Dragonara, per dire basta all’inquinamento, ai segreti, al “discaricabarile”. Per sollecitare il registro dei tumori e l’indagine epidemiologica, ma anche per ricordare a tutti cosa c’è lì sotto. Rifiuti chimici, clorometani e altre porcherie: metri e metri cubi, tonnellate e tonnellate di veleni che per essere asportati richiederebbero oltre 35.000 viaggi a pieno carico di altrettanti camion da cava. Poco più in là scorre il limpido Tirino: ingiuriato e offeso nel suo incedere verso il basso, il fiume porta le sue stanche acque a tuffarsi nel Pescara, fratello in veleni, e poi ancora giù, giù, fino al mare.
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