Timidi segnali di disgelo e, forse, di bonifica…ma la diffidenza è tanta considerati quanti anni sono già passati dall’avvio di questa vicenda. I segnali di disgelo sono arrivati dalla Edison all’indomani della decisione del TAR di Pescara di respingere il ricorso contro il ministero dell’Ambiente che lo scorso 13 settembre aveva diffidato l’azienda per la bonifica della megadiscarica dei veleni in Valpescara. Nella diffida il ministero disponeva che entro 30 giorni la Edison doveva rimuovere tutti i rifiuti tossici dalle aree in cui erano stati sotterrati nei decenni precedenti. Ebbene la Edison, che nel frattempo prepara il ricorso al Consiglio di Stato e dunque va avanti con le carte bollate, ha fatto sapere di voler rispettare la decisione del TAR e di partecipare alla bonifica ma a patto che anche il ministero dell’Ambiente e la Solvay (subentrata nella proprietà di Bussi) contribuiscano in maniera determinante. Come dire, “signori, diamoci tutti una mano per il bene della collettività!” Soluzione che appare poco praticabile. La Solvay, che subentrò al gruppo Ausimont – Montedison, è in lite feroce su tutti i fronti giudiziari con la Edison mentre il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha fatto sapere che “la decisione del TAR Abruzzo riconosce la piena legittimità del provvedimento ingiuntivo riguardante il ripristino dello stato dei luoghi e la rimozione del rifiuti tossici”. Insomma verrebbe avvalorato il principio del “chi inquina paga”. Un principio già parzialmente respinto dalla Edison che ha dettato le sue condizioni. Di chi sarà la prossima mossa in questa vicenda infinita nella quale anche il processo in svolgimento in Corte d’Assise a Chieti ha subìto uno stop per la ricusazione del presidente del collegio? Gli anni passano e il territorio aspetta.

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