Al processo bis per l’omicidio di Adele Mazza ci sono volute 4 ore e mezza di camera di consiglio per i giudici della Corte di Assise di Teramo prima di arrivare alla sentenza, emessa ieri sera. L’unico imputato, l’ex convivente Romano Bisceglia, è stato condannato a 30 anni di reclusione per omicidio volontario. Per lui, il PM Stefano Giovagnoni, aveva chiesto l’ergastolo. 
Il 55enne teramano era accusato di avere strangolato e poi tagliato in 5 pezzi Adele Mazza, 49enne, a Pasquetta del 2010. I giudici l’hanno ritenuto colpevole riconoscendo, però, rispetto al capo d’imputazione originario, soltanto l’aggravante della minorata difesa della vittima, ‘scontando’ invece la premeditazione e gli abietti motivi. Come pene accessorie, Romano Bisceglia, dovrà scontare anche 5 anni di libertà vigilata e indennizzare le parti civili con una provvisionale di 50 mila euro.
I 5 pezzi del corpo di Adele Mazza furono ritrovati in una scarpata di via Franchi, alla periferia est di Teramo. Secondo l’accusa sarebbe stata ammazzata dall’ex convivente perchè voleva ribellarsi alla costrizione di dovergli consegnare il denaro che guadagnava prostituendosi. Nonostante l’aver evitato il carcere a vita, la difesa dell’imputato ha preannunciato ricorso in appello. Su questo delitto è stato celebrato un secondo processo perchè il primo era stato annullato per vizio di forma dai giudici dell’Appello.

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