Mandato da amministratore pubblico e privacy : su questi due fronti si sviluppa la tenace difesa del suo assistito, finito ai domiciliari lo scorso 12 novembre per presunte tangenti nel settore regionale della Cultura. Lui è naturalmente l’ex assessore Luigi De Fanis che deve rispondere di concussione, truffa aggravata e peculato. Parlerà nelle sedi opportune, ovvero le aule del tribunale, fa sapere uno dei suoi legali, l’avvocato Domenico Frattura che invece vuole chiarire alcuni passaggi chiave della clamorosa inchiesta.
Intanto, a proposito del lavoro svolto come assessore regionale, vuole sgombrare il campo da dubbi : “E’ stato dipinto come un dissipatore di soldi pubblici e mazzettaro. Invece nei suoi tre anni di assessorato De Fanis non ha mai esaurito il budget della carta di credito regionale amministrando i 500 mila euro a disposizione nel pieno e assoluto rispetto della legge” .
E ancora, in merito al presunto “contratto sessuale” tra De Fanis e la sua ex segretaria Lucia Zingariello, il legale ha sottolineato come la prima smentita sia già arrivata dal difensore della donna, rimarcata ora dall’avvocato Frattura convinto che le “questioni legali debbano essere trattate esclusivamente nelle sedi opportune, anche perché ritiene che in una paese civile la privacy ed il rispetto per le persone sono e debbono rimanere valori inviolabili”. Per fare chiarezza su questi aspetti De Fanis ha chiesto alla Procura di essere interrogato.

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