L’inquinamento di Bussi continua ad arrivare al mare.
Con dettagliati rilievi resi noti dopo ulteriori verifiche, è un rapporto dell’ARTA a far venire alla luce come in sei giorni del mese di dicembre 1,45 tonnellate di esacloroetano sono finite nel mare Adriatico trascinate a valle dalla piena del fiume Pescara.
Per il Forum dei Movimenti per l’Acqua “è da incoscienti ritardare l’avvio della bonifica a Bussi col serio rischio di una ulteriore diffusione degli inquinanti lungo l’asta del fiume Pescara”.Nel rapporto si può leggere testualmente “Per quanto riguarda l’inquinamento chimico proveniente dal SIN di Bussi sul Tirino, il dato significativo rilevato riguarda l’esacloroetano, molecola assumibile oramai come “marker” di provenienza, mentre tutti gli altri parametri risultavano non rilevabili per via della fortissima diluizione. La concentrazione di 0,035 μg/l di esacloroetano appare abbastanza bassa e quasi insignificante ma, data la grande portata del fiume in piena, in termini di massa corrisponde a circa 1,45 t di esacloroetano sversati in mare in 6 giorni.”
Altri dati preoccupanti riguardano anche la piena di novembre. Si legge nel rapporto “Dal campione prelevato il giorno 13 novembre 2013, nel corso della piena, sono stati ottenuti valori significativi di arsenico (1,9 μg/l), cadmio (0,13 μg/l), nichel (3,6 μg/l), rame (8,4 μg/l), zinco (10,1 μg/l), toluene (324,7 μg/l), diclorometano (0,6 μg/l), triclorometano (0,3 μg/l), tetraclorometano (0,1 μg/l), tricloroetilene (0,1 μg/l), tetracoloroetilene (0,2 μg/l), metil-ter-butiletere (872,4 μg/l).”
Augusto De Sanctis, del Forum dei Movimenti per l’Acqua inbsiste: “L’esacloroetano è una sostanza estremamente pericolosa per gli ambienti acquatici, tossica e classificata come possibile cancerogeno per l’uomo dallo IARC. Ricordo – sottolinea De Sanctis- che è stata riscontrata la sua presenza anche nell’acqua dei pozzi S. Angelo, fortunatamente chiusi dopo la nostra denuncia nel 2007. L’ARTA da tempo segnala la presenza di questa sostanza nell’acqua del fiume Pescara e questi ultimi dati confermano la nostra preoccupazione circa il progressivo trasferimento lungo la valle del Pescara degli inquinanti presenti nel sito inquinato di Bussi. E’ urgente- conclude l’ambientalista – intervenire per imporre gli interventi di messa in sicurezza obbligatori per legge e avviare gli interventi di bonifica, utilizzando i 50 milioni di euro destinati dallo Stato previa contestazione ai privati al fine di rivalersi su di essi per poi recuperare queste somme. Crediamo che la campagna elettorale a Pescara debba affrontare anche questo tema, visto che la città è uno dei bersagli dell’inquinamento che proviene da monte. Ormai anche nella nostra regione bisogna partecipare alla campagna STOP BIOCIDIO partita dai comitati campani e che ora sta riguardando anche altri territori contaminati”.
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