Ogni anno, da diversi anni, sono im media 200 i cittadini pescaresi che scelgono, lasciandolo scritto nei propri testamenti, la cremazione anzichè la tumulazione classica dovendo, tuttavia, usufruire dei più vicini centri che si trovano a San Benedetto del Tronto oppure ad Ascoli Piceno. L’Abruzzo, infatti, che ad oggi non possiede un proprio autonomo centro di cremazione, si è dotata di recente indicazione legislativa regionale che, dunque, ne autorizza la nascita. Un’idea che da tempo piace ai comuni di Montesilvano e Città Sant’Angelo tra i primi a pensare di mettere a disposizione propri terreni per reazlizzare questi speciali e affatto economici impianti. Idea che tuttavia piace anche al Comune di Pescara domani alle prese con la prima commissione che si riunirà proprio per affrontare l’argomento da un punto di vista urbanistico-finanziario per poi mandare in aula, già nei consigli di metà Gennaio, la delibera e quindi sottoporla al voto. 2 milioni di euro il costo medio di una struttura destinata alla cremazione dei defunti, piuttosto articolato l’iter burocratico ma il fatto che la regione abbia già espresso il proprio indirizzo in modo inequivocabilmente favorevole lascia lo spazio per un progetto forse a “più comuni” ma comunque realizzabile. “Una volta cremati i defunti – ci ha spiegato Armando Foschi- sarà possibile, perchè il comune di Pescara lo ha già previsto, riportare le ceneri a casa in un’apposita urna oppure disperderle in mare, montagna e ovunque il defunto abbia lascito indicazione precisa nel testamento purchè lontano dai centri abitati”.
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