video » Chieti- Nuove proteste per l’impianto di Casoni

casoniAll’ingresso di una abitazione privata filmiamo striscioni e lenzuola recanti scritte che denunciano “invasioni di mosche, cattivi odori e disagi quotidiani”, a pochi metri di distanza c’è un altro ingresso, anch’esso privato, quello di un impianto di smaltimento di rifiuti della DECO.
Siamo in Contrada Casoni a Chieti dove la protesta dei residenti, alla quale abbiamo già dato voce più volte, è tornata a farsi sentire.
Il comitato “Il Bivio” lamenta una vera e propria invivibilità specie nelle ore serali e notturne: “Siamo costretti a stare con le finestre chiuse, serrate, anche nelle sere d’estate a causa dei miasmi e delle invasioni di insetti e mosche, – ci spiega la signora Giuseppina residente a due passi dall’impianto contestato – ma nessuno si preoccupa del nostro disagio”.
L’accusa è doppia e rivolta sia all’amministrazione comunale, colpevole secondo i cittadini di aver promesso iniziative di tutela e vigilanza mai applicate, sia alla ditta proprietaria dell’impianto ossia la DECO per “come gestisce i rifiuti ed il loro smaltimento”.
“Innanzitutto ci domandiamo che fine abbia fatto la centralina di monitoraggio dell’aria che dal Comune ci avevano promesso – incalzano i manifestanti – e soprattutto continuiamo a chiederci perché nessuno ci riceve per rassicurarci sul futuro delle nostre case frutto di anni e anni di sacrifici e che ora nessuno vuole nemmeno svendute”.
Registrato il disagio dei residenti ci dirigiamo verso l’impianto al cui ingresso ci attende un ingegnere responsabile della struttura il quale ci invita a verificare noi stessi l’eventuale presenza di cattivi odori e insetti. A fare da Cicerone alle nostre telecamere , all’interno di alcuni ambienti dell’impianto, è Valentina Di Zio responsabile delle Relazioni esterne dell’azienda di famiglia, la Deco: “Siamo sempre stati aperti al confronto e al dialogo con questi nostri vicini invitati, più e più volte, a compilare un questionario col quale si chiedeva loro di indicare disagi, fasce orarie più critiche e qualsiasi altra cosa ritenessero utile a migliorare la convivenza. Peccato, però, non sia tornato indietro un solo questionario – incalza la Di Zio – così come ci dispiace che nessuno sia venuto ad incontrarci per un confronto chiarificatore”.
Punti di vista diametralmente opposti, distanze insanabili ci sono parse quelle che oggi abbiamo registrato: il comitato, infatti, intende andare avanti con la propria battaglia alzando i toni della protesta laddove l’azienda ribadisce che “l’impianto è perfettamente a norma, certificato e controllato da enti preposti a farlo per cui continuerà a lavorare a pieno regime”.


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