Si continua nel solco tracciato. La Fondazione Carichieti insiste nel promuovere mostre di buon spessore artistico. Dopo quelle dedicate a Francis Bacon, Aligi Sassu, Emilio Greco e quella sui codici miniati chiamata “Illuminare l’Abruzzo”, ora è la volta di Mario Sironi, considerato tra i massimi esponenti del futurismo.
La mostra, inaugurata sabato scorso ed allestiti a palazzo De Mayo, è intitolata “Sironi e la Grande Guerra”, l’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix. Ha ricevuto, tra gli altri, anche l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, e rientra nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale. E’ curata da Elena Pontiggia che vuole aprire in Italia le riflessioni sul centenario del conflitto bellico; si compone di una cinquantina di opere che testimoniano come gli artisti, da Balla a Carrà, da Leger a Grosz e Dix, da Previati a Nomellini, hanno rappresentato la drammaticità della guerra.
Cuore della mostra è la figura di Sironi : le sale a lui dedicate si aprono con le vignette contro gli austro – tedeschi; proseguono con i commoventi ritratti dedicati a soldati e ufficiali mentre si confermano di enorme suggestione le due opere monumentali : la grande tela della Vittoria alata (dipinta nel 1935) e i giganteschi Soldati (del 1936).
La mostra, con ingresso gratuito, resterà aperta fino al prossimo 25 maggio con questi orari : dal martedì al alla domenica, dalle 10 alle 13; il sabato e la domenica anche dalle 16 alle 20.
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