“Barbone” per scelta, per solidarietà, per protesta: Francesco Giannini, imprenditore teatino, presidente dell’Arca Abruzzo, l’associazione regionale dei cavatori, ha scelto di non tagliarsi la barba da un anno. Come dire, non si “cava” un ragno dal buco, perché il settore, risente della crisi dell’edilizia, ed è praticamente in ginocchio e lo Stato non aiuta. La storia di Giannini è stata raccolta dalla collega Arianna Iannotti e raccontata su “Il Tempo” di oggi. “Lo Stato ci sta riducendo tutti alla fame, tutti barboni. E perciò io voglio fare il barbone di Stato. Come? Innanzitutto facendomi crescere la barba come sono costretti a fare i colleghi clochard di strada”, dice Giannini.” La crisi, le tasse e la burocrazia sono le cause di questo disastro – e va già duro contro l’Euro – L’unica soluzione è uscire dall’Eurozona e ridare all’Italia la sovranità monetaria”. Nel frattempo Giannini, “barbone di Stato”, raccoglie fondi e offerte per i “colleghi di strada” e scherza sulla sua situazione assegnandosi un titolo onorifico: “Cavaliere di gran croce al merito della miseria”. Inoltre Gianni ha annunciato una clamorosa protesta fuori dal Consiglio Regionale dove porterà anche i clochard.
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