video » Caso Pica, Suicidio imperfetto?

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silvana-pica-scomparsa-2011 copia“Non si esclude che la donna, in un momento di sconforto, acuito dalla mancata assunzione dei farmaci che invece doveva costantemente prendere, possa aver deciso di allontanarsi dalla sua abitazione per poi togliersi la vita, verosimilmente gettandosi in mare, come il ritrovamento della borsa nel tratto di costa molisana induce a far ritenere.” Questa la conclusione del Pm Valentina D’Agostino, titolare dell’inchiesta sulla scomparsa di Silvana Pica, avvenuta il 17 gennaio 2012, il cui corpo, per altro, non é stato mai ritrovato, e che il Tribunale di Pescara ha accolto, scrivendo la parola fine su questo giallo che ha appassionato l’opinione pubblica nazionale, ma ha trascinato nell’angoscia le persone più care, in particolare il figlio Lorenzo, il cognato Marcello Berghella e la sua compagna Rossella Zaffiri. Sono loro che si sono sempre battuti in questi anni perchè Silvana non fosse dimenticata principalmente dalle autorità competenti: “Trovo strano leggere oggi sui giornali – sottolinea con rammarico Marcello Berghella – che sua sorella Elga dica che Silvana é stata abbandonata, dov’era la signora Elga e cosa faceva quando ci battevamo per ottenere la verità?”. Restano poi tutti irrisolti, al di là delle conclusioni della Procura, i misteri sulle ultime ore di Silvana: il suo rapporto con le coinquiline rumene, il fatto che quella sera, i resti della cena ancora sul tavolo, le sigarette, che portava sempre con se, sul letto e le chiavi nella toppa, Silvana non aveva lasciato quella casa per sempre, ma solo per qualche istante forse per incontrare qualcuno? Il labbro tumefatto e la richiesta di asilo solo per una notte alla sua ex suocera, dimostrano poi, inequivocabilmente, che Silvana stava scappando da qualcosa o da qualcuno e se da un lato non sono stati tratti riscontri utili alle indagini sulla famosa busta anonima inviata ad un investigatore privato e su una strana missiva diretta ad ipotetici ladri che continuamente le rubavano soldi in casa, c’é un aspetto che scientificamente smentisce le conclusioni della Procura sul disturbo di cui soffriva Silvana ma dal quale ne stava venendo brillantemente fuori, ovvero la schizofrenia dissociativa: “Esiste una casistica quasi impercettibile su derive suicide per chi soffre di questa patologia – spiega l’avvocato Paolo Mancini – ora per riaprire il caso ci vorrebbe un miracolo, il ritrovamento del corpo é a questo punto improbabile, una prova nuova oppure qualcuno che dopo quasi due anni si decida finalmente a dire quel che sa.”


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