video » Caso Pavone: ore decisive

carlopavoneIndagini a ritmo serrato per l’agguato a Carlo Pavone, l’imprenditore 42 enne di Montesilvano raggiunto alla tempia destra da un colpo d’arma da fuoco la sera di mercoledì scorso praticamente sotto casa in Via de Gasperi. Nonostante il ponte festivo, i Carabinieri coordinati dal Comandante Enzo Marinelli hanno continuato a perlustrare la zona, specie il giardino dell’abitazione adiacente il villino della famiglia Pavone, a repertoriare quanto trovato sul luogo dell’agguato a partire dal mucchio di fogliame messo sul volto di Pavone forse dal suo attentatore che potrebbe, quindi, avervi lasciato delle tracce.Tracce che si cercano anche sul coltellino trovato non molto distante dal corpo agonizzante dell’ingegnere di origini venezuelane per il quale, tuttavia, pare che la moglie non abbia fornito elementi utili non avendolo riconosciuto come oggetto di proprietà del marito. Ore preziose le prossime: tutto quanto isolato dagli uomini del Comando di Montesilvano verrà, infatti, inviato al Ris di Roma che già entro la settimana potrebbe imprimere un’accelerazione alle indagini se non addirittura una svolta, svolta che tuttavia non si esclude possa arrivare dalle indagini locali concentrate sulla cerchia di amici e conoscenti dell’uomo da tutti descritto come tranquillo, gran lavoratore, molto legato alla famiglia, riservato e non in difficoltà economiche.Tabulati telefonici sotto la lente d’ingrandimento, mentre tra sabato e domenica sarebbe stato ascoltato un conoscente di Carlo Pavone: è il comandante Marinelli, da noi raggiunto telefonicamente poco fa, a confermarci la notizia pur senza aggiungere nulla se non che al momento non si esclude nessuna pista e che già oggi stesso potrebbe esserci in caserma un secondo giro di ascolto delle persone che per ultime hanno visto o parlato con l’imprenditore che ancora lotta tra la vita e la morte in Rianimazione. Alla ricostruzione dell’accaduto, intanto, si aggiunge il dettaglio del colpo non esploso come inizialmente ipotizzato da distanza ravvicinata bensì da uno, due metri motivo per cui da una prima ricognizione del cranio di Pavone non sarebbe stato notato il foro di entrata del proiettile tantomeno la bruciatura.


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