Il quadro é chiaro, si attendono riscontri. Sull’agguato di Montesilvano all’ingegnere informatico Carlo Pavone i carabinieri sembrano davvero essere ad un passo dalla soluzione e lo si capisce principalmente dal fatto che, per esclusione, sono state accantonate via via tutte le ipotesi, tenendo in piedi solo due piste: quella passionale, e su questo si continua a scavare anche negli angoli più nascosti della vita privata di Pavone e della sua famiglia, a tal proposito a giorni arriveranno gli esiti delle analisi sui tabulati telefonici e sui computer dell’imprenditore italo venezuelano; e quella dei futili motivi, un diverbio recente che non é stato totalmente chiarito e che ha creato eccessivo rancore. Non é tenuta in considerazione in alcun modo la denuncia fatta da Pavone sette anni fa per una minaccia subita, elemento di poco conto, commentano dalla Procura, mentre vengono confermate le testimonianze raccolte in questi giorni anche da parte di un paio di vicini di casa. Intanto restano gravi le condizioni di Carlo Pavone, assistito quotidianamente dalla moglie Raffaella, nel reparto di rianimazione dell’ospedale civile di Pescara.
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