L’iter del processo sul crollo della Casa dello studente si avvia in appello. Sono stati infatti presentati i primi ricorsi contro le condanne di primo grado per il crollo “simbolo” del terremoto del 6 aprile 2009, dove persero la vita 8 giovani. I ricorsi in appello sono stati depositati dagli avvocati Mercurio e Massimo Galasso, che assistono gli imputati Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, i tecnici che si sono occupati dei lavori di restauro del duemila, condannati a quattro anni di reclusione. Ad essi si aggiunge quello dei legali Attilio Cecchini e Angelo Colagrande, difensori di Pietro Sebastiani, il tecnico dell’Adsu, l’Azienda per il Diritto allo studio, che aveva in gestione l’edificio all’epoca dei lavori, condannato a due anni e sei mesi. Nella sentenza di primo grado vennero assolti i dirigenti dell’Adsu dell’epoca Luca D’Innocenzo e Luca Valente ed i due tecnici autori di interventi minori, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani. Per altri due il giudice Giuseppe Grieco aveva disposto il non luogo a procedere. Sull’iter processuale, per quanto riguarda i profili civilistici relativi alle richieste risarcitorie, oltre all’azione civile contro la Regione Abruzzo, proprietaria dello stabile della Casa dello Studente, non si esclude un’impugnazione contro la sentenza di assoluzione dei vertici dell’Adsu ai soli effetti della responsabilità civile. L’avvocato Simona Giannangeli, uno dei legali di parte civile, spiega che la decisione sarà presa dopo un confronto con i familiari delle vittime.
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