La madre di tutte le discariche trova una madrina europea: la presidente della commissione petizioni del Parlamento di Strasburgo, Erminia Mazzoni, ha presentato un’interrogazione sulla bonifica della discarica abusiva di Bussi sul Tirino. “Dopo l’Ilva – si legge nel sito dell’Europarlamentare del Pdl – nell’area circostante il polo chimico di Pescara, si rischia di delegare alla Magistratura anche i compiti propri della politica e delle istituzioni rappresentative”. L’interrogazione è stata sottoscritta da oltre venti deputati italiani di ogni appartenenza politica e geografica. L’area, a ridosso della sponda del fiume, è ancora oggi sotto sequestro da parte della Magistratura. Intanto il prossimo 27 novembre ripartirà dalla Corte d’Assise di Chieti il processo agli ex dirigenti della Montedison, accusati di aver avvelenato oltre 7,5 ettari di terreni. “Per molto tempo – si legge ancora nell’interrogazione della Mazzoni – 500 mila cittadini avrebbero bevuto acqua e respirato aria inquinata. Le autorità italiane erano a conoscenza dell’esistenza della discarica abusiva di Bussi almeno dal 2007. Attorno ad essa sono stati individuati altri tre centri minori di smaltimento di rifiuti tossici”. Gli interventi fin qui adottati sulla discarica si sono limitati alla messa in sicurezza del sito, ma sono ben lontani dalla bonifica definitiva. La vicenda chiama in causa l’Unione europea, in quanto le risorse necessarie per il recupero dell’area, stimate in 600 milioni di euro, trovano copertura nella programmazione dei fondi strutturali. Purtroppo il mancato rispetto della normativa comunitaria in materia ambientale apre la strada a una ennesima procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. L’interrogazione ha lo scopo di anticipare le mosse della Commissione europea, chiedendo come si possa riorientare la spesa dei fondi dell’agenda 2014/20, prima che gli stessi vengano congelati, verso una corretta gestione, nel rispetto della salute dei cittadini e della tutela dell’ambiente.
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