Un bicchiere d’acqua, bevuto dal Presidente della Regione Gianni Chiodi, davanti ai cittadini di Bussi che applaudono quasi in modo liberatorio. “Acqua ottima, pulita e non inquinata – assicura il Presidente – dal 2007 ad oggi e che può essere bevuta tranquillamente dai 700.000 Abruzzesi interessati, nell’area Chieti -Pescara” e tirati in ballo, in particolare dai media nazionali, per una notizia già nota, che allora fu deflagrante. Era il 2007 quando, per far fronte ad una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria, il commissario dell’Aterno – Pescara, Adriano Goio, chiudeva immediatamente i pozzi Sant’Angelo, che erogavano acqua non nei limiti di legge e vincendo soprattutto, ha ricordato oggi lo stesso Goio: “le resistenza di chi, come l’allora presidente dell’Ato Giorgio D’Ambrosio, voleva tenerli aperti”. E Chiodi, Goio e il sindaco di Bussi Lagatta, nella conferenza stampa di oggi, hanno voluto far capire “all’Italia e all’Estero che questa terra è integra, la sua acqua ottima e in quantità abbondante e che a Bussi si è avviato il processo di messa in sicurezza e di bonifica di tutte le aree interessate dalla maxi discarica scoperta sette anni fa e dall’inquinamento chimico” e che la relazione dell’Istituto Superiore di Sanita’ che ha fatto alzare il polverone mediatico, “fotografa la situazione prima del 2007”. I nuovi pozzi realizzati dopo la chiusura di quelli inquinati, sono collocati a monte della discarica di Bussi e del sito industriale. Ora si attende la bonifica e la reindustrializzazione della zona, come si augurano i cittadini e chi ha lavorato a Bussi e l’utilizzo dei 50 milioni di euro. “Qui non è la Terra dei Fuochi ha detto Chiodi”, tra gli applausi dei Bussesi presenti. Gli ambientalisti chiedono un’indagine epidemiologica che a quanto pare ci sarà. Ma chi risarcirà gli Abruzzesi per l’acqua “inquinata” come l’ha definita senza mezzi termini oggi Goio, che è stata bevuta fino al 2007?

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