5 anni: questa la condanna inflitta al “bombarolo” di Roccamontepiano, all’anagrafe Roberto Di Santo, accusato di diversi attentati incendiari organizzati a Villanova di Cepagatti e Chieti, e arrestato il 18 gennaio dello scorso anno a Rosciano dove si era nascosto in un casolare abbandonato.
Dopo 45 minuti di camera di consiglio il tribunale collegiale di Pescara, presieduto da Angelo Zaccagnini, ha emesso la sentenza a conclusione di un’udienza snella, segnata dalla requisitoria del PM, Silvia Santoro, che aveva chiesto la condanna a 12 anni, e dalla sintetica arringa del difensore d’ufficio, Alessandro Dioguardi, che aveva chiesto l’assoluzione per il suo assistito.
Oltre al pagamento delle spese processuali e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, Roberto Di Santo, dovrà trascorrere 6 mesi in un istituto di cura. L’imputato, assolto dall’accusa di fabbricazione di ordigno esplodente perché il fatto non sussiste, ha confessato tutti gli atti incendiari, si è pentito spiegando (talvolta in maniera farneticante) di non aver voluto fare del male a nessuno e di aver pianificato una sorta di crociata contro situazioni di giustizia, a suo dire, negata, in particolare nei confronti di sua sorella, oggi presente in aula. Uscendo dal tribunale sbattendo la porta, la donna ha gridato “aiutatemi a risolvere il mio problema e vi svelerò tutto. Vigliacchi!”.