Si alternano per un’ora e qualche minuto. Una staffetta perfettamente sincronizzata anche nello stile. Pacato, a tratti amichevole l’uno, pungente e pieno di tecnicismi l’altro.
Pressoché unanime la sensazione della platea a fine incontro: annunciata come una riunione su IMA e fondo accessorio, quella convocata dal Rettore della D’Annunzio Di Ilio e dal DG Del Vecchio in realtà è stata la vetrina per bollare come “ridicolo” l’atteggiamento che “da due anni taluna stampa sta avendo (testuale, ndr) nei confronti di casi stupidi o documenti interni spacciati per… chissà cosa al solo fine di esporre l’ateneo al ridicolo”. E’ il Direttore Generale a usare questi termini dinnanzi alla platea dei 300 amministrativi convocati in Auditorium a Chieti.
Del Vecchio dà del “ridicolo” anche a chi “ha ritenuto di passare ai giornalisti, questa volta come in passato, documenti interni all’Università che riguardano però solo certe persone”. Di “atteggiamento speculativo della stampa” e dei “vertici Ud’A che, invece, non hanno nulla da nascondere” parla ancora il DG un istante prima di passare il microfono al Rettore.
“In attesa dell’esito di ispezioni, inchieste, sequestri e indagini sarebbe meglio lasciarsi trascinare il meno possibile dal pathos col quale da un anno e mezzo la stampa racconta di noi solo per fare ascolti e vendere copie”- pacatamente dice Di Ilio parlando poi del crollo delle iscrizioni (- 3000), della “buona fede come unica regola di gestione e della volontà di confrontarsi sempre e apertamente con chiunque”. Discorso a parte, invece, per il corpo docenti, peraltro assente: ” Provo amarezza – dice – nel vedere che tra i docenti vi siano molte remore intellettuali e altrettante resistenze nei confronti del processo di trasformazione che la nuova gestione Ud’A sta portando faticosamente avanti”. Anche il Rettore si rivolge, poi, alla stampa dicendo che: “Nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico non è fregato (testuale, ndr) assolutamente a nessuno dei giornalisti presenti il mio discorso. Si è messo in evidenza per giorni e giorni solo il conflitto per la vicenda IMA”. E’ sempre alla stampa locale che Di Ilio si rivolge polemizzando ancora: “Alcune inchieste le avevamo proposte anche noi, ma evidentemente ai giornalisti non interessano. Se è questo il modo che hanno scelto per raccontare la D’Annunzio saremo noi stessi ad inviare a direttori e redattori le schede incarichi di ciascuno di voi. Del resto in questo tritacarne (testuale, ndr) ci può finire chiunque”.
I trecento amministrativi, intanto, tacciono e ascoltano. Probabilmente aspettano ancora che si arrivi a quello che ritenevano essere il motivo della convocazione, ossia il blocco del fondo accessorio e la crescente attesa per il parere del Collegio dei Revisori dei Conti. Del Vecchio, invece, scende ancora nel dettaglio e propone la sua chiave di lettura “di una campagna stampa che – insiste – si attacca sempre più alle stupidaggini”. “Con i nuovi appalti in materia di gestione e manutenzione – spiega il DG – abbiamo chiuso rapporti ventennali sempre e solo gestiti dalla Fondazione con noti fornitori locali: forse la stampa (testuale, ndr) è ispirata da ispiratori occulti”.
In un’ora di riunione, nonostante il ripetuto invito di DG e Rettore a porgere domande, nessuno interviene se non alla fine una dirigente che chiede: “Che ne sarà del fondo accessorio?”. La domanda resta sospesa nel vuoto. Palpabile la delusione degli amministrativi Ud’A, evidentemente interessati ben poco a titoli giornalistici, servizi televisivi o pezzi d’inchiesta. Certamente meno di quanto abbiano dimostrato di seguire, con una quotidiana ossessione, Rettore e Direttore Generale.
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