Quello di lunedì prossimo, data in cui sono previsti gli interrogatori di garanzia salvo sciopero degli avvocati, sarà un passaggio nodale per quel che riguarda l’inchiesta sulle presunte tangenti sulla ricostruzione a l’Aquila. Molto é stato già scritto da inquirenti e magistrati, ma molto ancora c’é da scrivere su una vicenda che sembra essere ancora lontana dalla sua effettiva conclusione. Intanto più passano i giorni, più saltano fuori particolari che inevitabilmente emergono dalla lunga ordinanza firmata dal Gip Romano Gargarella. Figura centrale quella dell’imprenditore di Bassano, Daniele Lago, le sue dichiarazioni lo hanno affrancato dalle misure cautelari, ma resta, ovviamente, indagato per corruzione. Il quadro che ne esce dalla sua ricostruzione dei fatti é abbastanza preciso: ruoli, funzioni, modus operandi da parte dei protagonisti in negativo dell’intreccio solito tra pubblico e privato per poter trarre vantaggio a discapito della collettività, nella gestione degli appalti post-sisma. Ruolo di spicco, leggendo l’ordinanza, quello di Pierluigi Tancredi che, stando a quanto riferito da Lago, dettava le condizioni – qui i lavori vengono affidati previo accordo con i singoli politici o funzionari in relazione alle loro aree d’influenza – gli avrebbe confidato e da qui la richiesta di una somma a titolo di compenso per il vice sindaco dimissionario Roberto Riga. Secondo gli inquirenti questo legame fra Tancredi e Riga sarebbe anche alla base della decisione clamorosa da parte di Cialente, in quei mesi drammatici subito dopo il sisma del 6 aprile, di affidare a Tancredi, seppure appartenente all’opposizione, la delega per il recupero e la salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico della città, su suggerimento dello stesso Riga, all’epoca assessore. Una decisione – ha riferito lo stesso Cialente – presa in buona fede in un contesto di grande smarrimento e confusione, anche se fortemente contestata dalla cittadinanza tanto da tornare in breve tempo sui suoi passi. Ma secondo l’accusa il legame fra Tancredi e Riga aveva uno scopo ben preciso ed il quadro probatorio lo confermerebbe, attingere a piene mani dalle ditte, nel caso specifico la Steda di Lago, interessate agli appalti per la ricostruzione ed in particolare i lavori di puntellamento di Palazzo Carli. Da qui, a scendere, la funzione degli altri indagati, l’ex assessore comunale Vladimiro Placidi che di fatto sostituì Tancredi, Daniela Sibilla, all’epoca collaboratrice del Consorzio dei beni culturali, fu lei stessa – secondo quanto riferito da Lago – a stabilire la quota del 15% nell’accordo Ati con la ditta Silva, in favore di quest’ultima, molto di più del 3 o 5% sul valore dell’appalto, come ritenuto più congruo dallo stesso Lago, l’imprenditore Pasqualino Macera che con la tangente di Lago, che sarebbe dovuta servire per ungere politici e funzionari al fine di ottenere un appalto, ci si sarebbe comprato un Suv ed in posizione marginale, il dirigente comunale Mario Di Gregorio ed il direttore dei lavori per le opere di messa in sicurezza di Palazzo Carli, Fabrizio Menestò. Intanto gli avvocati pronti a dare battaglia, in particolare Maurizio Dionisio, legale di Tancredi – non si tratta di tangenti ma di regolari compensi per il lavoro di mediazione che il mio assistito svolge con tanto di partita Iva – attività svolta in parallelo con quella di funzionario della Asl che in questi giorni sta disponendo la sua sospensione dall’incarico.
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