Parquet, bagni ad uso esclusivo, stanze comunicanti, nuove porte e una sola domanda: questi lavori di puro restyling erano così urgenti e necessari per i piani alti della d’Annunzio? Gli stessi che devono oltre 10 milioni di euro alle banche per i debiti Cus e che hanno deciso il taglio dell’IMA per gli oltre 300 amministrativi, già a partire dalla corrente busta paga di agosto.
29 mila euro circa di lavori appaltati, pare con una certa solerzia, ad una ditta di Rovigo che è già al lavoro nella stanza del dg Del Vecchio e della segretaria Marina Marino: stanze destinate a diventare ancora più comunicanti e che oggi appaiono letteralmente svuotate e sventrate. Accanto l’ufficio del Rettore Di Ilio: per lui pare non sia stata disposta nemmeno quella che gli addetti ai lavori definiscono una rinfrescata delle pareti.
Struttura, quella di via dei Vestini, della cui data di inaugurazione non vi è traccia alcuna nemmeno sul rinnovato sito: ricerca che abbiamo ovviamente fatto e che non ha sortito alcun effetto. Volevamo solo sapere l’anno di trasloco dei vari uffici, fino a quel giorno disseminati in vari sedi universitarie tra la parte alta della città di Chieti e la nascente zona dello scalo, ma sul sito Ud’A leggiamo solo dettagli e commenti sullo stile architettonico del campus definito “all’americana, immerso nel verde, ricco di strutture”.
Per farla breve, l’unica fonte utile alla nostra eppure semplicissima ricerca sembra essere una patinata e fotografica pubblicazione dal titolo ” Il Campus universitario di Chieti” che colloca gli uffici che il dg Del Vecchio sta facendo completamente rinnovare nel 1997: stanze per i cui arredi già all’epoca furono spesi parecchi soldi per qualità e raffinatezza di mobili, quadri, punti luce e suppellettili vari.
Lavori che per le tasche dei 300 amministrativi, i quali dovrebbero perdere già dalla busta paga di agosto circa 350 euro al mese, hanno tutto il sapore di uno vero e proprio schiaffo morale.
I dipendenti Ud’A da qualche ora possono, però, contare, su alcuni docenti scesi in campo al loro fianco con due lettere indirizzate al Rettore Di Ilio. Appena ieri il nostro pezzo si chiudeva proprio con un interrogativo rivolto ai professori della d’Annunzio: ” resteranno ancora sugli spalti e in platea oppure no?”. La risposta al quesito è arrivata: due docenti di economia aziendale hanno scritto al Rettore richiamandolo al suo ruolo istituzionale e appellandosi alla sua persona. Scendendo anche in tecnicismi contabili, i due docenti chiedeno spiegazioni su conti e tagli, ma soprattutto auspicano “il ripristino di un clima vivibile”, ricordano che “un’organizzazione è fatta dalle persone e dalla coesione”, parlano di “un presente di dolore e conflittualità e di un atteggiamento distruttivo e senza prospettive” e per finire bollano come “individualismi burocratici da superare” quelli che stanno avvelenando il clima interno all’università.
Toni forti, prese di posizioni dure indirizzate al solo Rettore, così come l’ennesima lettera sindacale delle Rsu per chiedere ” l’immediata corresponsione del Conto Terzi 2013″. Un Ferragosto tutt’altro che vacanziero e rilassato quello che attende il Magnifico, dalla cui bocca pendono gli oltre 300 amministrativi, i sindacati, taluna stampa e da oggi anche alcuni docenti.
E POI ACCADE CHE…
E poi accade che il Rettore Di Ilio decida, prontamente come mai prima, di rispondere ai due docenti di economia aziendale scesi per primi in campo con “l’esercito dei 300”. Due pagine dal tono colloquiale in cui prima di ogni altra cosa Di Ilio scrive che quanto sta accadendo lo preoccupa sebbene fosse “a conoscenza sin dai tempi della sua elezioni della questione IMA”. Ripercorre, quindi, i tentativi fatti per “ricostituire il fondo accessorio” fino all’intervento del Collegio dei Revisori dei Conti e dell’ispettore del MEF. Conclude, poi, dicendo che anche altre università stanno affrontando la medesima questione auspicando la soluzione meno dolorosa possibile.
Praticamente in contemporanea, ma con toni assai più belligeranti, veniva protocollata una replica all’ultimo documento delle RSU. A firmarla è Filippo Del Vecchio. Sei punti elenco a premessa dei quali il dg scrive di ” avere l’impressione che l’analisi svolta per porre talune domande abbia tralasciato le disposizioni del CCNL”. Ignoranza del CCNL che viene, poi, sottolineata con ancor più veemenza nel passaggio “5”, il più lungo e titolato “Progressioni verticali”. Il dg “diffida le RSU e chiunque altro a parlare di graduatorie scadute” ponendosi una domanda: ” Chi rappresenta le RSU? Tutti meno quelli che beneficiano di progressioni? Quale fondo? Di cosa parliamo?”. Questa la cronaca di una giornata a dir poco vivace negli uffici di via dei Vestini. Su tutto alcune riflessioni. Innanzitutto ci incuriosisce il fatto che la carta intestata del Rettore rimandi in realtà a quella del dg visto l’indirizzo di posta elettronica che leggiamo su entrambi i fogli ([email protected]). Una rapidissima verifica sul nuovo sito della d’Annunzio ci ha confermato essere questa la mail del dg e non del rettore che ne ha ben altre due ( [email protected] oppure [email protected] ). Secondo, ci ha colpito il brusco finale del già assai duro documento scritto dal dg alle RSU: non un “buon lavoro” piuttosto che un “cordiale saluti” e non per farne una questione di stile, bensì perchè chiunque sa bene che un tavolo sindacale per andare in porto non può non avere la cordiale distensiva volontà a confrontarsi sempre e comunque serenamente.
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