“Il dg ha inaugurato un nuovo sistema di relazioni sindacali che sembra basarsi sul maldestro tentativo di screditare chi si oppone al suo volere”. E ancora: “Questi metodi, che hanno fatto parte di un modo di fare politica degli ultimi venti anni e che possono ricordare quelli di un altro infausto ventennio, non ci appartengono, non ci intimidiscono e certamente non ci fanno abbassare la testa; anzi!”.
Toni duri, durissimi quelli di un lungo ed eloquente comunicato stampa della UIL RUA Abruzzo ( Unione Italiana del lavoro, Ricerca, Università, Afam) sulla vicenda IMA alla d’Annunzio di Chieti-Pescara.
A poche ore dalla doccia gelata inflitta dal dg Del Vecchio agli oltre 300 amministrativi Ud’A per rinfrescare loro le idee su chi comanda e su chi decide quanto debba pesare la busta paga, alleggerita da un giorno all’altro di cifre che oscillano dalle 250 alle 500 euro, la UIL scende in campo con l’ufficialità di una presa di posizione scritta, belligerante e inequivocabile.
“Quello che risulta evidente dal contenuto della nota del dg è che c’è una battaglia personale contro questa indennità che evidentemente lo priva di un potere discrezionale di gestione – accusa il segretario regionale di categoria Marco Angelini.
Del Vecchio descritto come “difensore unico della Legge” nonché “abile nel gettar fango sulla credibilità del sindacalista di turno”. Domande, quelle di sindacati e lavoratori, “interpretate come atto di lesa maestà”. Una diffida, quella della UILRUA indirizzata al dg della d’Annunzio, “dall’intraprendere qualunque diverso, ancorché maldestro, tentativo di risoluzione unilaterale del problema IMA”. Interessante, perché viene ricordato per la prima volta, il recente passato di Del Vecchio in un’altra università abruzzese, quella dell’Aquila, dove è stato dg dal 2005 al 2012 e dove -dice la UIL- “ha applicato altri criteri di legalità”. ( Ricordiamo che Del Vecchio è stato rinviato a giudizio insieme all’ex Rettore aquilano Di Orio e all’imprenditore Gallucci con l’accusa di truffa e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Affitti d’oro” per fatti risalenti al periodo del suo mandato).
Anche il “titolo” del comunicato ci colpisce: ” Il personale tecnico-amministrativo non deve pagare per colpe altrui, giù le mani dai compensi”. Ci colpisce però un altro aspetto, anzi due: innanzitutto e ancora il silenzio del Magnifico Rettore Di Ilio e poi la non compattezza sindacale sulla vicenda, fatto salvo un comunicato congiunto di fine luglio. E’ forse questo il motivo della “timida” reazione degli oltre 300 ai quali i soldi in busta sono già stati negati eppure ad ora non sembrano reclamare scioperi, barricate e reali stati di agitazione? Eh già reali, perché invece lungo i corridoi musi lunghi, mormorii e sguardi imbronciati sono la regola: difficile mandar giù un boccone così amaro e avvelenato se poi volgendo lo sguardo verso i rinnovati uffici di dg e segretaria si vedono vetri oscurati, si annusa l’odore del parquet nuovo di posa, si intuiscono telecamere di videosorveglianza (?).
C’è una data, nel frattempo, che ricorre: il 1° settembre. Per quel primo lunedì del mese i sindacati avevano auspicato l’apertura di un tavolo di trattativa, tavolo accordato dagli stessi dg e Rettore con una comunicazione cordiale e distensiva, evidentemente però rimasta molto sulla carta. Settembre, mese delle immatricolazioni e della ripresa delle attività: mese ideale per proclamare uno stato di agitazione corale e compatto che faccia scoppiare una bomba già caricata ad orologeria da 4 sindacati e oltre 300 colletti bianchi.
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