Ud’A – Sindacati: ” Caro Rettore ci riceva altrimenti…”

marinelli cc

carmine-di-ilioPer il Rettore Di Ilio è arrivato il momento di uscire allo scoperto: con l’ufficialità di un documento a tre firme e altrettante sigle sindacali, Cgil,Cisl e Uil sollecitano l’intervento del Magnifico ritenendo che il tavolo per le vicende interne alla d’Annunzio di Chieti-Pescara sia, ora più che mai, urgente e improcrastinabile.
Un documento unitario che colpisce innanzitutto per la sua essenzialità specie dopo i fiumi d’inchiostro a cui c’eravamo abituati con gli ultimi agguerriti botta e risposta tra dg e sindacalista di turno. Ora sono tre segreterie nazionali a richiedere, urgentemente ed espressamente al Rettore Di Ilio, “un tavolo negoziale già nella prima decade di settembre come da Lei garantito a metà luglio”, – ricordano nel documento – incontro reso ancor più urgente dalle ” dichiarazioni del suo dg e del suo delegato alle relazioni sindacali inerenti una espressa volontà a non convocare alcun tavolo”.
Quanto allo stato d’animo degli oltre 300 amministrativi, già alleggeriti nella busta paga di agosto di cifre che oscillano tra le 250 e le 500 euro, Cgil, Cisl e Uil avvertono come “una tensione ormai altissima possa esplodere a settembre in forme al momento non valutabili”.
Un protocollo all’indirizzo del solo Rettore quello partito dalle segreterie romane della triplice: la sensazione è che si voglia richiamare proprio lui, il Magnifico, a responsabilità e ruoli abdicati. In nome e per conto di chi poi? E soprattutto perché?
Lapidaria la frase finale del documento: “In mancanza di un riscontro positivo, preso atto della Vostra manifesta volontà di non seguire la strada della chiarezza e del confronto, ci troveremo nella condizione di promuovere azioni di lotta, adeguate alla durezza con cui sono trattati i lavoratori, che certo non contribuiranno a rasserenare gli animi e a permettere il normale avvio delle attività accademiche”.
Ora che la richiesta del tavolo sindacale c’è, e tra qualche ora sarà anche di dominio pubblico, è impensabile che lungo i corridoi dei rinnovati, parquettati, cablati e oscurati piani alti di via dei Vestini continui a regnare il silenzio.
Come dire, della d’Annunzio si parla e tanto: sulla stampa piuttosto che negli uffici giudiziari, in talune caserme così come in importanti fascicoli top secret ancora per poco.
L’unica che non parla della d’Annunzio è la d’Annunzio stessa: un silenzio secondo molti imposto più che scelto. Un silenzio, a noi sembra, per molti evidenti motivi ha davvero le ore contate.

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