Altri sei mesi di proroga sono stati richiesti dalla Procura di Chieti per indagare sul direttore generale dell’Università D’Annunzio Filippo Del Vecchio, accusato di abuso d’ufficio nell’ambito del braccio di ferro ormai instaurato da anni con il CUS Chieti presieduto da Mario Di Marco, l’autore dell’esposto-denuncia. Nel fascicolo nelle mani del sostituto Marika Ponziani (nella foto) c’è l’intero dossier relativo al contratto venticinquennale con il CUS prima sottoscritto e poi sospeso unilateralmente dalla nuova gestione Del Vecchio. Decisione che ha prodotto l’effetto di mettere il CUS in ginocchio (l’ipotesi della denuncia è di averlo spinto verso l’insolvenza), e di provocare la fine delle attività sportive d’eccellenza dell’Ateneo. Nel fascicolo penale è finita anche una successiva delibera del marzo scorso del CDA dell’università, non si sa fino a che punto coinvolto nell’aspetto penale della querelle: potrebbe essere proprio questo approfondimento la ragione della richiesta di proroga delle indagini, sulla quale si esprimerà a giorni il GIP Aglieri. Ma lo scontro sul maxi-contratto viaggia anche sul binario della giustizia civile (fosse solo per il decreto ingiuntivo da 11 milioni di euro che un istituto di credito ha notificato all’università) e su quello del diritto amministrativo: il prossimo 16 ottobre è atteso il verdetto del TAR Abruzzo, unificati i ricorsi dell’una e dell’altra parte. Gli unici a gongolare, insomma, sono gli avvocati: le parcelle continuano a lievitare, assieme agli interessi di una vicenda che riguarda un fiume di denaro pubblico.

Tra sei mesi, dunque, la decisione della Procura se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Uno snodo finale che potrebbe cronologicamente coincidere con quello di altri due paralleli fascicoli aperti a Chieti, e su cui investiga la Guardia Di Finanza, e di una quarta denuncia che –secondo i bene informati- nelle prossime ore potrebbe ulteriormente aumentare la mole di lavoro sul fronte UD’A, della Procura della Repubblica di Chieti.