video » Tangenti, De Fanis si dimette e contrattacca

de fanis copia“Una campagna portata avanti con violenza da alcuni mass media, soggetti in malafede e mossi da finalità immorali: non posso permettere che questo paralizzi l’attività dell’ufficio”. L’ormai ex assessore regionale alla promozione culturale Luigi De Fanis si dimette e contrattacca, mettendo in mezzo i soliti organi di stampa, parlando di soggetti in malafede e mossi da finalità immorali, addirittura, parole pesanti, anche troppo, visto che l’inchiesta che lo ha coinvolto, stando a quanto trapela dalla Procura, non sembra poi cosi campata in aria. Tuttavia De Fanis, motivando le sue dimissioni consegnate in tarda serata al responsabile dell’Ufficio Legale della Giunta regionale, Enrico Mazzarelli, e rese ufficiali questa mattina, parla di decisione sofferta dettata dalla volontà di proteggere l’istituzione da lui rappresentata da quella che lui definisce campagna denigratoria nei suoi confronti. Sui riscontri dell’inchiesta, in particolare le intercettazioni, i suoi avvocati Frattura e Cirulli, parlano di cattiva interpretazione e che lo stesso De Fanis chiarirà tutto lunedi mattina in tribunale al Gip Sacco per l’interrogatorio di garanzia. Ma intanto, tra le pieghe dell’inchiesta, emerge un altro particolare, quello relativo all’assenteismo della sua segretaria, anche lei ai domiciliari, Lucia Zingariello. “Con l’avallo di De Fanis – recita l’ordinanza – la Zingariello faceva figurare ripetutamente di essere al lavoro in innumerevoli giorni mentre si trovava altrove per ragioni strettamente personali inducendo così in errore l’Ente che gli erogava le prestazioni.” Sarebbero almeno 14 gli episodi incriminati e dal contenuto delle intercettazioni emergerebbe il coinvolgimento diretto dell’assessore che addirittura si offre di timbrarle il cartellino in sua assenza “Io ti timbro senza che tu fai 50 viaggi a Pescara, tu ti fai le cose tue a Chieti e io ti timbro….” Recita un passaggio emblematico dell’intercettazione. Per non parlare, secondo quanto accertato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, dei viaggi privati a Roma e Bologna con la macchina della Regione. De Fanis, addirittura, si sarebbe adoperato anche per andare a prendere a Fermo i suoceri della Zingariello e quando, in una telefonata, viene chiesto alla sua segretaria come fanno a riconoscere l’auto lei candidamente risponde: “Ha la paletta, è l’auto della Regione.”


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