In Tribunale, a Chieti, si è svolta oggi l’udienza di omologa del concordato preventivo per la Sixty, prestigiosa griffe del tessile con sede allo Scalo, oggi controllata da due società acquisite dal fondo panasiatico Crescent Hyde Park. Azienda che ha accumulato debiti per 370 milioni di euro, di cui più della metà, 200 milioni legati ad esposizioni bancarie.
Agli inizi di luglio i 3.000 creditori si erano espressi a favore del concordato preventivo. L’unica opposizione era arrivata da Banca Sella che vanta crediti per circa 15 milioni di euro e che oggi ha chiesto un rinvio dell’udienza per esaminare le memorie difensive di Sixty e dei commissari giudiziali. “Una opposizione meramente strumentale” è stata definita da più parti, tutte preoccupate di veder azzerata l’unica chance di salvezza per la Sixty.
Comunque il Tribunale ha dato tempo fino a venerdì a Banca Sella per depositare una contro memoria e quindi la decisione slitta a venerdì sera, al più tardi a lunedì.
La concessione dell’omologa al concordato preventivo consentirebbe ai commissari giudiziali, Pierluigi Pennetta e Lucio Raimondi, di dare seguito alla cessione dei due rami d’azienda, entrambi con sede in Lussemburgo. L’offerta scade alla metà di ottobre e, dunque, i tempi sono strettissimi. Questo permetterebbe di far decollare, entro l’anno, la NewCo da 50 dipendenti e, probabilmente, anche una società satellite, da altri 40.
Resta l’incognita sul futuro degli altri 200 lavoratori per i quali è necessario trovare strade praticabili per un doveroso reimpiego.
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