In occasione dello sciopero generale (ultime 4 ore per turno) Cgil, Cisl e Uil hanno dato vita, in tutto Abruzzo, ad  una serie di iniziative tra cui quella a Scafa col raduno davanti al cementificio della Italcementi e la partenza del corteo alle 10. I lavoratori si sono, quindi, spostati sulla Tiburtina, in direzione Pescara, per raggiungere l’ingresso del paese e percorrere corso Primo Maggio. La manifestazione ha avuto, poi, il suo momento clou in piazza Matteotti, dove si sono avvicendati, sul palco allestito sotto il palazzo del Comune, gli interventi dei rappresentanti sindacali, dei sindaci del bacino minerario e dei lavoratori. Il sindaco di Scafa Maurizio Giancola ha ribadito,anche al nostro microfono:”Sono e resterò’ al fianco dei lavoratori del cementificio di Scafa contro la possibile chiusura dello stabilimento a gennaio 2014. L’intero paese e l’amministrazione comunale sono pronti a scendere in campo insieme a loro affinche’ l’azienda mantenga in essere il piano di ristrutturazione e riorganizzazione che prevedeva la cassa integrazione fino al gennaio 2015 per il 50 per cento degli addetti, senza fare passi indietro. Oggi la cassa integrazione, che era intesa per ristrutturazione – ha concluso non senza polemiche il primo cittadino – e’ diventata per cessazione attivita’. Che la scelta di Scafa non fosse casuale era nell’aria già da giorni : i sindacati chiamati ad individuare il luogo simbolo della protesta di oggi per la ValPescara  non hanno ,infatti, esitato ad organizzare il lungo corteo nel cuore di un paese che rischia di perdere anche l’ultimo baluardo economico-occupazionale che per decenni ha dato respiro e lavoro e che ora , come molti altri piccoli e grandi centri della provincia pescarese, rischia di trasformarsi in un paese dormitorio senza speranza specie per i giovani.

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