Resta bloccato almeno fino a febbraio l’iter per la realizzazione dei nuovi sottoservizi nel centro storico dell’Aquila. È quanto prevede un’ordinanza del TAR che ha disposto una temporanea sospensione degli atti fino al prossimo 12 febbraio, giorno in cui è fissata l’udienza per la richiesta di sospensiva contro l’aggiudicazione del mega appalto da 27 milioni di euro. Il ricorso ai giudici amministrativi era stato presentato dall Alma CIS srl, una delle società escluse dalla gara d’appalto, contro la Gran Sasso Acqua, la stazione appaltante che si occupa della gestione del ciclo idrico integrato. Ad aggiudicarsi i lavori era stata un’associazione temporanea di imprese formata dalle società aquilane Taddei ed Edilfrair e dalla Acmar di Ravenna. Al centro del ricorso c’è la determina con la quale è stato aggiudicato l’appalto della progettazione esecutiva dei lavori. Nel rinviare la decisione al 12 febbraio, il TAR ha chiesto ulteriori integrazioni ordinando la sospensione degli atti.
Nell’ordinanza i giudici amministrativi parlano di “diffuse superficialità”. “Emerge un contesto procedimentale di scelta della stazione appaltante che lascia margini di perplessità sui quali la stessa stazione appaltante è chiamata a rendere chiarimenti” – si legge nell’ordinanza.
Chiarimenti che riguardano – specificano i giudici amministrativi – la “compatibilità con i principi di par condicio seguiti dalla commissione, in relazione alle prescrizioni di gara sulla necessità di apposita relazione geologica del progetto aggiudicatario con ogni conseguente responsabilità a vari livelli in caso di sorprese geologiche”. E poi sul “modus operandi valutativo della Commissione – si legge ancora nell’ordinanza – ciò anche in relazione alla complessa impugnativa incidentale mirata a censurare sotto svariati profili tecnici l’ammissibilità dell’offerta della ricorrente principale in un più generale contesto valutativo che – se tali censure fossero fondate – risulterebbe minato da gravi e diffuse superficialità”.

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