Ottenere lo stanziamento delle risorse per la ricostruzione dell’Aquila e degli altri comuni del cratere dall’aumento di 5 centesimi delle accise sui carburanti e dal trasferimento di una parte dei fondi stanziati per la ricostruzione delle zone dell’Emilia Romagna colpite anch’esse dal sisma. È la posizione espressa a L’Aquila dal centro destra rappresentato dal Vice Presidente del Consiglio Regionale De Matteis, dall’assessore Giuliante e dal consigliere regionale Ricciuti insieme ai consiglieri comunali del capoluogo. Gli esponenti del centro destra hanno sottolineato la necessita di una battaglia comune per ottenere i fondi dal governo. Se l’esecutivo non stanzierà risorse per la ricostruzione dell’Aquila – ha aggiunto Ricciuti – si potrebbe arrivare ad un voto di sfiducia al governo da parte dei parlamentati abruzzesi.
LEGNINI: USCIRE DA INCERTEZZE NORMATIVE, SERVONO PIU’ TUTELE PER SOGGETTI DANNEGGIATI
”Per gli interventi conseguenti alle calamità naturali occorre uscire dalle incertezze normative e finanziarie, particolarmente evidenti per la situazione dell’Aquila e del cratere abruzzese, definendo un sorta di ‘statuto’ dei soggetti danneggiati che hanno il diritto di sapere, prima che accadano i disastri naturali, quali sono i diritti risarcitori che spettano loro”. Lo ha affermato il Sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giovanni Legnini, a margine del Convegno Internazionale dal titolo ‘Finanza pubblica e fiscalità compensativa per le aree danneggiate da eventi naturali e inquinamento’ che si è tenuto questa mattina all’Università degli Studi di Chieti-Pescara. All’incontro, al quale hanno partecipato anche il presidente emerito della Corte Costituzionale, professor Franco Gallo, e diversi docenti delle Università italiane, Legnini ha affermato: ”Troppi sono stati gli interventi estemporanei e diversificati tra i diversi territori colpiti dai terremoti e dalle alluvioni. Particolarmente evidente è il caso dell’obbligo di restituzione delle imposte e dei contributi sospesi, dopo la pronuncia della Commissione europea dell’ottobre del 2012 che considera ‘aiuto di Stato’ la riduzione del 60 per cento del sospeso. Occorre pertanto, a seguito del pronunciamento, adottare una misura equa che escluda il più possibile i contribuenti da tale ingiusto obbligo restitutorio e che consideri non solo il danno diretto, ma anche il danno ‘sistemico’ determinato dal terremoto del 2009 che provocò, oltre a numerose vittime e gravissimi danni materiali, anche la caduta del prodotto e dell’occupazione. Lavoreremo per persuadere l’Unione europea a tener conto di tali gravi condizioni economiche e sociali dell’Aquila e del territorio abruzzese danneggiato dal sisma”.
DICHIARAZIONE DELL’ ASSESSEORE DI STEFANO: “NON ARRIVANO I FONDI CIPE”
“Prima di concentrare tutte le nostre energie nella faticosa direzione del reperimento delle risorse per tenere fede al cronoprogramma/2014, vorrei sottolineare la continua fatica a cui si è sottoposti anche per il trasferimento di fondi certi e già assegnati con delibera CIPE. Pur essendo ormai pronto il sesto elenco con i nominativi degli assegnatari dei prossimi contributi, ad oggi il Comune dell’Aquila è già senza risorse di cassa. Questa mattina ho inoltrato una nota al Diset (Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali) perché ci venga trasferita la somma di 105 milioni di euro della delibera CIPE 135/2012. Sono soldi di cassa stanziati nel 2013 che ancora però non vengono trasferiti dal Governo. Soldi nostri che servono alla città per veder ricostruiti muri e futuro e al Comune per finanziare progetti già approvati e dare respiro alle ditte che faticosamente operano nel settore. Ho dovuto evidenziare, non senza preoccupazione, che in mancanza di questi fondi il Comune si vedrà costretto a fermare sin da ora l’avvio cantieri. Pur dovendo dunque rivendicare con orgoglio il lavoro costante che in dieci mesi ci ha permesso di avviare lavori per un importo complessivo di 1 miliardo 150 milioni di euro, vorrei che mi fosse almeno risparmiata l’ansia di vedere l’esaurirsi di risorse già stanziate senza il trasferimento delle nuove, poiché impigliate in rigidi meccanismi burocratici.
Pietro Di Stefano“
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