“Avevamo annunciato agli abruzzesi la riforma della pubblica amministrazione regionale, con la fine della palude delle indecisioni. Oggi lo abbiamo fatto con buona pace di chi sperava nel vecchio andazzo dei rinvii, né abbiamo temuto di lavorare di giorno e di notte pur di raggiungere l’obiettivo ottenuto”. Lo ha dichiarato il Consigliere regionale del PD Camillo D’Alessandro, commentando l’approvazione della riforma della struttura amministrativa e dirigenziale della Regione, avvenuta alla vigilia di ferragosto in Consiglio regionale. “Avevamo chiarito, tra l’altro – continua D’Alessandro – di essere disposti a puntualizzare passaggi della norma, senza nessuna preclusione verso la minoranza, ma nessuno può permettersi di bloccare il processo decisionale. Siamo stati eletti dagli abruzzesi per cambiare le cose e lo stiamo facendo. Direttore generale, commissario realizzatore, riduzione delle figure apicali: in sostanza una riforma attesa e orientata alla certezza delle decisioni e del fare”. Ma a cantare vittoria sono anche le opposizioni: “La maggioranza è stata bloccata dagli emendamenti presentati dal centrodestra e così, per far passare la legge per la riorganizzazione della struttura organizzativa regionale deve tornare sui suoi passi” –afferma Forza Italia, che cita i successi conseguiti sui dipendenti di categoria C per i quali non sarà possibile passare alla categoria D dopo 10 anni di servizio, senza aver prima sostenuto un concorso pubblico. Per quanto riguarda i dirigenti della Giunta si torna all’impostazione del centrodestra –afferma il consigliere Mauro Febbo- che ne prevede 90 e non 120 come inizialmente era stato preannunciato. Per aver limitato i danni grazie alla minaccia di ostruzionismo è soddisfatta anche l’opposizione a cinque stelle. Abbiamo scongiurato il pericolo del commissariamento ad acta, discrezionale e completamente dipendente dalla volontà del Presidente, per sostituirlo –affermano i grillini- con la possibilità di prevedere la figura di un commissario esclusivamente legata all’approvazione della “Legge Obiettivo” nei prossimi mesi, valutandone e discutendone, dunque, l’opportunità e necessità in Consiglio. Rinviata alla ripresa dell’attività autunnale, invece, la “prima lettura” della riforma dello statuto con l’ampliamento dell’ufficio di Presidenza e l’introduzione della figura del “Sottosegretario”.
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