Dall’ex assessore di Pineto Filippo D’Agostino riceviamo e pubblichiamo:
“A seguito delle ben note vicende riferite allo scioglimento del consiglio comunale di Pineto, causate dalle dimissioni della maggioranza dei consiglieri, e le successive esternazioni dell’ex sindaco Luciano Monticelli, sento l’obbligo civile e morale di notiziare la cittadinanza, replicando con decisione agli attacchi politici e personali rivolti allo scrivente Filippo D’Agostino. Innanzitutto è opportuno rammendare all’amico Luciano, al quale faccio i miei più sentiti auguri di una lunga e lungimirante carriera politica, che la sfiducia al suo operato di amministratore ha raccolto un consenso diffuso e partecipato dei pinetesi, segno che la decisione (mia) di porre fine alla consiliatura, seppur sofferta, è maturata tra la gente, non certo in qualche stanza di partito. A tal riguardo aggiungo che nella mia ultra decennale attività di amministratore comunale, buona parte della quale spesa fianco a fianco, non ho mai condizionato nessuno con ricatti o atteggiamenti mellifughi, ma ho portata avanti il mio mandato con estrema fatica quotidiana, con convinzione e determinazione. Ho sempre nutrito profondo rispetto per i ruoli e per le decisioni prese dalla giunta e dal consiglio comunale, sostenendo tutti gli atti amministrativi con forma e sostanza, ovvero “mettendoci la faccia”, ed assumendo le mie responsabilità di amministratore e di cittadino. Devo perciò rispedire al mittente l’accusa di tradimento, giacché la mia unica colpa è quella di non aver assecondato le necessità, le ambizioni ed l’irriguardoso personalismo, di chi tende esclusivamente a lucrare consenso elettorale con iniziative propagandistiche a carico dei cittadini di Pineto. Non è altresì accettabile essere accusato di sperperare denaro pubblico per organizzare manifestazioni ed attrazioni in una cittadina che vive quasi esclusivamente di turismo e di commercio, e tutti sanno quanto è salvifica la presenza di turisti e visitatori nel capoluogo. Per contro ho ritenuto altamente responsabile, con l’atto estremo delle dimissioni, ostacolare un programma di fine mandato teso solamente ad illuminare la smania egocentrica di un politico dalla paventata caratura nazionale, proiettato verso personali sfide elettorali, con poco rispetto per il ruolo politico ed istituzionale che si rivestiva. Parimenti ho sentito l’obbligo morale di tradire le scelte sconsiderate contenute nel (tuo) piano per il mercato cittadino, come le insostenibili aspettative di approvare un (tuo) bilancio d’esercizio, zeppo di aggravi fiscali come la Tarsu, finalizzati solo a finanziare la stabilizzazione di qualche amico precario. Quanto alla mia vita politica, confesso serenamente all’amico Luciano, che non ho nessuna difficoltà a vivere da semplice cittadino, come ho sempre vissuto, perché la politica per me rappresenta una passione da condividere con persone affini disposte a mettersi al servizio degli altri. La mia vita politica è ampiamente gratificata nell’UDC, il mio partito, segnata da genuina e positiva frequentazione di gente, che con me costruisce progetti, alimenta speranze e nutre aspettative di migliorare il nostro territorio con l’impegno quotidiano. Del mio operato, responsabilmente, chiederò conto ai Pinetesi, che hanno sempre saputo, con equilibrio ed onestà, attribuire i meriti e riconoscere i difetti ai suoi amministratori”.
Filippo D’Agostino
Sii il primo a commentare su "Pineto: Lettera di D’Agostino, “ecco perché ho mandato a casa Monticelli”"