E’ definita la “Gang della Pineta”, la banda formata da sei Rumeni e un Italiano, sgominata dalla Squadra Mobile di Pescara, con il supporto dei colleghi di Chieti, nell’ambito di una nuova operazione contro il racket della prostituzione. I componenti della banda sono stati arrestati con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, lesioni e minacce. Più di 50 gli agenti impiegati nella zona sud di Pescara e all’interno della Pineta dannunziana. C’è voluto più di un anno di indagini per permettere di scoprire pratiche estorsive, minacce e aggressioni, hanno riferito gli investigatori, nei confronti di prostitute costrette a pagare una “tassa di esercizio” al capo della “gang”, al momento latitante, Viorel Verdesan, detto “Berlusconi”, che rivendicava l’assoluto controllo del tratto di strada in questione. Con Verdesan è al momento ricercato il fratello, Rumeno anch’egli, residente a Francavilla al Mare come la gran parte degli arrestati, tranne un Italiano, Giancarlo Paolini, 58enne di Pescara che era uno dei gregari del gruppo criminale. Madalina Lungu, l’unica donna, aveva il ruolo di caporalato, indicava alle ragazze persino il modo di vestirsi. In più, le prostitute che non erano soggette al controllo della “gang” venivano minacciate affinché pagassero una sorta di “tassa di occupazione”. Sono state proprio le dichiarazioni delle ragazze sfruttate, tra cui una diciassettenne, con le intercettazione ed i pedinamenti, a permettere agli investigatori di scoprire questa realtà. Ora si passa alla seconda fase, quella delle sanzioni ai clienti identificati, in base all’ordinanza sindacale, hanno precisato il Capo della Mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana ed il dirigente delle Volanti Alessandro Di Blasio. L’inchiesta è coordinata dal PM Mirvana Di Serio mentre i provvedimenti restrittivi in carcere sono stati firmati dal Gip Maria Michela Di Fine.

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