Sono stanchi i marinai dipendenti di Pescara. I pescatori restano in porto per il fermo biologico fino al 22 settembre, ma continuano a fare manutenzione alle barche, preparare le reti. Il tutto tra rassegnazione e rabbia per il mancato pagamento di 5 mesi di cassa integrazione, causa fermo forzato per i noti fatti del dragaggio del fiume. A parlare per tutti è il loro portavoce, Gabriele Correntini che si rivolge alle autorità, al presidente della Regione D’Alfonso ed al presidente della Provincia Testa, i quali hanno mostrato vicinanza alle loro problematiche. Correntini spiega che decine e decine di famiglie non ce la fanno più a vivere la quotidianità, non possono pagare le bollette e le scadenze. “Bisogna velocizzare il pagamento di quanto ci spetta, altrimenti al 21 settembre non arriviamo. Alcuni di noi sono disperati e non riescono nemmeno a dar da mamgiare ai propri figli. Chiediamo al Governatore D’Alfonso, che si è interessato al nostro caso, di aiutarci perché la situazione – conclude Correntini – per noi e le nostre famiglie è diventata insostenibile.”
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