Il Comune ne ordina la demolizione perchè a rischio crollo, i condomini che hanno già abbandonato gli appartamenti dovranno pagarne le spese di abbattimento. E’ davvero il peggiore epilogo per la palazzina di dieci piani di Viale D’Annunzio a Pescara costruita nel 1963, sgomberata a marzo scorso, e ora finita in un’urgente ordinanza a firma del sindaco Mascia che ne ordina la demolizione immediata a causa del “troppo alto rischio di cedimento”. Un’ordinanza all’indirizzo dei 40 ormai ex condomini ai quali, tuttavia, viene chiesto di accollarsi la spesa per i costi di demolizione pari a 2 milioni di euro che si traduce in circa 50 mila euro cadauno.Tipico esempio di beffa dopo il danno? La pensano certamente così i 40 sfortunati ex condomini per i quali, come se non bastasse l’aver dovuto lasciare gli appartamenti perdendone il valore economico oltre a quello affettivo, arriva ora la tegolata del salato conto per la demolizione di uno stabile che tanto stabile non è più e che, anzi, preoccupa anche i residenti di una palazzina adiacente. Proprio questi ultimi, infatti, chiedono garanzie scritte affinchè la demolizione non arrechi alcun danno strutturale al proprio condominio. Svanita mesi fa anche l’ultima speranza di ottenere i contributi pubblici previsti per i danni causati dal sisma del 2009, ai 40 non resta che rassegnarsi, trovare in fretta i 50 mila euro e far demolire il palazzo di Viale D’Annunzio con la celerità chiesta dall’amministrazione comunale nell’ordinanza del sindaco. Gli ultimi rilievi ingegneristici dicono, infatti, che la situazione è persino peggiorata nella misura in cui la rischiosa pendenza è visibilmente aumentata con ciò che questo comporta per la sicurezza della struttura ma anche di quelle nelle sue immediate vicinanze.
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