Se di ossigeno si tratta, è un respiro a tempo. Per diverse aziende abruzzesi vivere o morire è questione di giorni: settembre si avvicina, portandosi dietro le decisioni che riguardano le situazioni più critiche. Novità potrebbero arrivare alla Valsinello di Gissi, fallita l’anno scorso, le cui pendenze economiche sono in via di definizione. Per mantenere attivo questo insediamento tecnologico occorre però che si concretizzi l’ipotesi di affitto, a garanzia del futuro occupazionale almeno di una parte dei lavoratori. Sono in cassa integrazione straordinaria fino al 27 settembre i dipendenti del Molino Alimonti di Ortona, il che consente loro di rimanere in azienda fino alla seconda asta del concordato preventivo, prevista per metà settembre. Lo stabilimento di Caldari verrà valutato circa 50 milioni, ma l’incanto contempla anche il fitto, che dovrebbe allargare il ventaglio degli interessati. Anche questa, come altre vertenze abruzzesi, dovrebbe approdare su di un tavolo romano, con la speranza che il governo centrale intercetti qualche imprenditore disposto ad acquisire in tutto o in parte l’azienda di farine alimentari. In cerca di acquirenti anche la Sider Vasto, profilati industriali nel porto di Punta Penna. I 50 dipendenti usufruiscono della cassa integrazione in deroga fino a fine agosto. Il confronto è già aperto: dopo il concordato preventivo, azienda, sindacati e assessorato regionale sono a caccia di possibili acquirenti. Va meglio nell’indotto dell’automotive, qualche giornata di cassa integrazione c’è, ma in generale si sta lavorando. Denso e Pilkinton per fortuna sembrano reggere la crisi, e la Sevel addirittura ha assunto, per sei mesi, i 50 operai interinali già occupati nell’impianto di Atessa. Le nuove assunzioni scatteranno il 25 agosto. Il Ducato del resto si conferma leader di mercato in Europa e l’impianto rappresenta la più importante realtà industriale abruzzese. Settembre potrebbe essere un mese chiave anche per l’ex Golden Lady, di Gissi, dopo il flop del precedente rilevamento e la vicina scadenza degli ammortizzatori sociali, pure questa vertenza potrebbe finire a Roma. Lottano ancora i lavoratori in cassa integrazione straordinaria della Italcementi. All’orizzonte, per lo stabilimento di Scafa, c’è la riconversione. Dei 70 dipendenti, dopo lo stop alla produzione ne sono rimasti una quarantina. E’ stato firmato recentemente, presso il ministero di Sviluppo economico, il decreto che consente ai 180 lavoratori della Compagnia italiana rimorchi (Cir) di Tocco da Casauria di accedere alla cassa integrazione guadagni straordinaria, che durerà fino al 31 ottobre. Ossigeno per l’occupazione, pannicello caldo per una regione che, a colpi di cassa integrazione, sembra condannata a fare a meno della forza lavoro.
Per il lavoro sarà un settembre “caldo”

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