“Se un giorno, anche tra anni, dovessimo scoprire che il metodo Stamina avrebbe potuto combattere con efficacia la sua malattia non esiteremmo a chiedere lo stato di accusa per la signora Lorenzin e per il Comitato Scientifico che ci negano l’accesso al trattamento staminale. In questo caso risponderebbero di omicidio colposo non solo per nostra figlia ma per tutti i pazienti ignorati che si trovano in condizioni simili. Le vicende di Noemi e del metodo Vannoni, ormai è chiaro, non sono più soltanto un caso italiano ma di rilevanza mondiale, come ha sottolineato lo stesso Papa Francesco con la sua umile ma convinta vicinanza a nostra figlia” : è questo uno dei passaggi – chiave della lettera che Andrea Sciarretta, il papà della piccola Noemi, la bimba di 18 mesi di Guardiagrele malata di Sma, la terribile Atrofia muscolare spinale, ha scritto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
“Fateci curare nostra figlia” – implorano i genitori di Noemi che mettono in evidenza la netta differenza tra “sperimentazione” (quella del metodo Stamina, bocciato da l Comitato Scientifico Nazionale) e “cure compassionevoli” (quelle previste dal decreto Turco – Fazio del 2006); queste ultime, infatti, non richiedono alcune sperimentazione in quanto trattamenti unici. Un passaggio che potrebbe “liberare” la cura con le cellule staminali, finora bocciata. “Noemi non ha più tempo. Anzi, il tempo che si lascia trascorrere senza fare nulla lavora contro di lei. Quindi, anziché pensare a contrastare (anche con costose azioni legali) il metodo Vannoni, ministro Lorenzin, ci lasci curare nostra figlia oppure dica in maniera chiara che le cellule staminali non funzionano” – conclude Andrea Sciarretta nella sua lettera – denuncia.
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