Niente francobollo sulla carboneria, proteste in Abruzzo

carboneriabruzzoIl giorno 05 dicembre 2013, la Commissione Filatelica presieduta dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, si è riunita per approvare il Piano Filatelico 2014. Rispetto agli anni precedenti ciò che balza subito all’occhio è la riduzione del numero dei “temi” approvati. Infatti nel passato il Poligrafico dello Stato ha sempre stampato circa una cinquantina di tipologie di Valori Bollati mentre per il 2014 non ne saranno stampati più di trentanove. Si sa, la crisi economica è sempre molto presente all’interno delle famiglie italiane ed in tempi di “spending review” tutti devono pagare pegno, emissioni filateliche comprese, anche se queste ultime non rappresentano un reale costo per lo Stato se si tiene conto del fatto che tutti i francobolli saranno facilmente venduti o “piazzati” a causa non solo del loro uso che se ne farà in ambito postale ma anche in quello collezionistico. Così in maniera inversamente proporzionale, rispetto agli anni passati, molti di più sono stati i proponenti esclusi. Tra di essi vi è anche il Comitato per il “Bicentenario della prima rivolta carbonara d’Italia” presieduto dal dott. Lorenzo Valloreja, storico e giornalista abruzzese, al quale la bocciatura non è andata proprio giù e che di conseguenza ha rilasciato la seguente dichiarazione: << L’attuale Governo disconosce il risorgimento italiano! Al posto dei Carbonari, dei moti, della Storia, il Governo Letta preferisce la “Nutella”… e si perché circa due anni or sono il Comitato da me presieduto, seguendo pedissequamente le direttive di Legge, ha presentato presso il Ministero dello Sviluppo Economico una richiesta formale per l’emissione, nella primavera 2014, di un Francobollo Commemorativo che ricordasse le gesta della Prima Rivolta Carbonara d’Italia, moto che si è svolto in Abruzzo nel marzo del 1814. In tale circostanza diversi Comuni del circondario di Penne (oggi provincia di Pescara, all’epoca facente parte dell’Abruzzo Ulteriore I) per quasi due mesi riuscirono ad affrancarsi dalla dominazione straniera costituendosi in una Repubblica carbonara libera e costituzionale. Chiaramente come tutte le insurrezioni preunitarie anche questa finì male e diversi patrioti pagarono con la loro vita, molti altri dovettero riparare nello Stato Pontificio per aver salva la pelle, ma questo non li esentò dall’essere carcerati da parte di Pio VII. Insomma una classica storia da irredentismo italiano. Comunque c’è anche da dire, ad onor del vero, che precedentemente al 1814 ci furono già altri progetti insurrezionali, il primo nel 1811 sempre in Abruzzo ed un altro nel 1813 in Calabria, ma entrambi non furono mai messi in pratica, i carbonari in questione infatti vennero scoperti ed arrestati prima che potessero muovere un sol dito, ed ecco perché i fatti del 1814 assurgono ad una funzione primigenia, perché sono i primi a produrre dei fatti concreti. Attualmente il moto del 1814 è documentato sia attraverso materiale originale presente in alcuni Archivi di Stato, che da diverse pubblicazioni le quali ne narrarono la vicenda già nel lontano XIX secolo. In buona sostanza il moto del 1814 è la madre di tutti le insurrezioni risorgimentali ed è stata il prodromo dei successivi fatti del 1820/21 e 1830/31. Ora “la Commissione filatelica presieduta da Catricalà non ha minimamente tenuto conto di tutto quanto finora esposto -afferma Valloreia- e fin qui non ci sarebbe nulla di male se la nostra proposta fosse stata battuta da un’altra di eguale spessore cultural‐storico‐sociale e invece no! … alla nostra proposta è stata preferita l’emissione commemorativa sulla “Nutella”!!!. Adesso con tutto il rispetto per la nota azienda italiana ideatrice di questo brand ciò non può essere minimamente accettato. La Nutella con il proprio armamentario retroculturale è certamente ben poca cosa se paragonato ai tanti morti e alle terribili persecuzioni subite da parte dei numerosi martiri della libertà che allora erano chiamati carbonari. Ma la cosa che fa ancora più rabbia è che la nostra proposta è stata poi sottoscritta, prima della riunione della commissione, da una trentina di amministrazioni locali (e molte altre manifesterebbero la loro solidarietà se solo il Ministero ci desse ancora la possibilità di farlo) che hanno inviato altrettante missive per perorare la nostra causa. Tra di esse ben sei risultano essere amministrazioni provinciali, cioè: L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara, Rieti e Campobasso. Queste province rappresentano, in un certo qual modo, l’interesse e la volontà, nella loro totalità, di circa 1.700.000 cittadini italiani. Conseguentemente alla scelta operata dalla Commissione presieduta da Catricalà cosa devono pensare quasi 2.000.000 di italiani? Forse che la Repubblica italiana ‐ nata nel 1946 dalla lotta partigiana, lotta appunto di libertà dall’affrancamento della dittatura e dello straniero e per questo chiamata “Nuovo Risorgimento” ‐ non si riconosce nella lotta carbonara? Forse che tutti i morti per la “libertà” sono morti inutilmente tanto che non hanno diritto alla memoria più dell’etichetta di una nota cioccolata? E poi quest’Italia sprecona pensa forse di rimettere a posto i conti tagliando sulla memoria dei propri eroi e martiri? Spero proprio di no!”. Un’altra cosa poi che proprio non accettiamo” -afferma Valloreia-“è che la Commissione ha stilato l’elenco ufficiale alla chetichella. Infatti, pur avendo noi indirizzato nell’arco di due anni diverse lettere al Ministero su questa vicenda, di cui alcune anche tramite PEC, nessuno da Roma ci ha mai risposto in maniera ufficiale, eppure la legge dice ben altro … Abbiamo addirittura atteso una settimana, dall’elenco delle emissioni autorizzate apparso sul sito del Ministero, sperando che qualcuno ci inviasse i verbali nei quali erano spiegati i motivi della nostra esclusione, ed invece anche in questo caso nulla! Ecco perché il 15 dicembre ho indirizzato due missive di protesta ufficiale nei confronti del Ministro Zanonato, Vice Ministro Catricalà ed un’altra lettera con la richiesta d’aiuto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una nostra immediata integrazione nel Piano Filatelico 2014 è assolutamente necessaria … infondo la buona politica si vede anche da questo >> Ma il Comitato non si è fermato solo a questa semplice protesta giacché da questa mattina è partita l’iniziativa: “Anch’io carbonaro!”. Il Presidente Valloreja infatti nel corso di una conferenza stampa ha invitato tutti i cittadini ad inviare agli indirizzi di posta elettronica: [email protected] ; [email protected] il seguente messaggio: << Emettete il francobollo commemorativo del Bicentenario della prima rivolta carbonara d’Italia >> In questo modo il Ministero comprenderà a pieno quanto sia importante per tutti gli italiani questo evento.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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