Importante ripopolazione dei fiumi Tavo, Orta e Pescara: dal 5 giugno saranno rilasciate in acqua tre quintali di trote fario, del ceppo autoctono Mediterraneo (Salmo ghigii). All’operazione si dedicheranno i tecnici del settore Pesca della Provincia di Pescara, in collaborazione con la Provincia dell’Aquila, nell’ambito della seconda fase del progetto per la salvaguardia e l’incremento di questa specie nei bacini idrografici del Pescarese. L’intervento è frutto di un protocollo d’intesa sottoscritto dall’amministrazione provinciale con il Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e il Parco Nazionale della Maiella. I pesci, di misura pescabile, sono nati nel Centro Ittiogenico Sperimentale e di Idrobiologia della Provincia dell’Aquila, partner dell’iniziativa, dove dall’autunno 2003 è allevato uno stock di riproduttori puri. I ricercatori dell’università di Parma e de “La Sapienza” di Roma hanno effettuato su ogni individuo approfondite analisi genetiche per la definizione del ceppo di appartenenza. Una delle minacce naturali alla sopravvivenza della trota fario mediterranea è, infatti, l’ibridazione con il ceppo atlantico. L’immissione di individui adulti di ceppo autoctono di taglia pescabile in tratti di fiume dove il prelievo ittico è consentito è una novità assoluta nel panorama italiano. Fino a oggi i progetti di recupero di specie in via d’estinzione sono stati eseguiti sempre all’interno delle aree protette e ponendo il divieto di prelievo. “Nel futuro – ha spiegato l’assessore provinciale Mario Lattanzio – auspico che questo progetto possa essere esteso su tutto il territorio regionale per far sì che la specie autoctona torni nei nostri fiumi. Grazie a questa sinergia con i Parchi e la provincia dell’Aquila contribuiremo alla tutela della biodiversità tipica del nostro ambiente fluviale”.
Nei fiumi del pescarese arrivano le trote

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