Un complesso edilizio probabilmente rivoluzionario, sicuramente controverso: fa già discutere l’idea dei vecchi container da recuperare e parcheggiare fra le aiuole per creare una sorta di cittadella del sesso. I progetti, tutti in mostra a Montesilvano, ipotizzano un piccolo villaggio di case chiuse, fatto da box auto innovativi di legno o plastica: in pratica un “parco del sesso”, con i posti auto delimitati dalle aiuole. Dopo la discussa proposta lanciata dal sindaco Attilio Di Mattia e mutuata dal modello Zurigo, ora si passa al design; fermo restando che la legge italiana, allo stato attuale, non consente un insediamento residenziale finalizzato alla prostituzione. Tre i progetti in esposizione, tutti realizzati da artisti e designer locali: Dezign Studio, Amedeo Monaco e Marco De Arcangelis. Le opere sono state esposte nell’ambito della mostra “Boxxx, sesso e morale in città”, organizzata dall’artista Pep Marchegiani – lo stesso che ha realizzato il logo di Montesilvano ‘Comune derazzistizzato’ – con l’obiettivo di “parlare del problema e proporre soluzioni anche in un’ottica ironicamente immobiliare”. Marchegiani ha chiesto agli artisti di interpretare, con il loro linguaggio e la loro capacità di visione, la tematica dei “Garage del sesso”, senza pregiudizi e in assoluta libertà, con l’idea di stimolare una rinascita culturale. “Arte, progettazione e comunicazione – commenta Marchegiani – sono strumenti necessari per la formazione di una coscienza comune, per lo sviluppo di una cultura capace di far ragionare le persone e renderle impermeabili a imposizioni o diktat”. A fare da contorno alla mostra, all’interno del cultural space Br1 di Montesilvano Colle, un confronto tra esponenti politici ed artisti locali sul tema del sesso in chiave politica, morale e urbanistica.
Montesilvano: dai box modello Zurigo al parco del sesso

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