Monsignor Seccia tuona contro i falsi preti

duna riviera

nozze gayCattolica? No, ecumenica, e non è la stessa cosa: non avrebbero rispettato il messale romano i celebranti che hanno scatenato la furia bis di monsignor Michele Seccia, vescovo della diocesi di Teramo- Atri. Dopo aver appreso che preti che non fanno parte della Chiesa cattolica hanno celebrato messa in alcune parrocchie della Diocesi, monisgnor Seccia ha preso carta e penna e ha vergato la reprimenda da leggere e affiggere in tutti i luoghi di culto consacrati. Qualcosa di simile era già accaduto in giugno, durante una celebrazione ecumenica in cui era stato ordinato un nuovo vescovo. “Una truffa a danno dei fedeli”, secondo Monsignor Seccia; proprio come l’altra vicenda, ancora più nota, che pochi mesi prima aveva visto i seguagi della chiesa ecumenica di Alba Adriatica elevare un garage al rango di cattedrale. All’epoca la polemica a distanza tra il vescovo Seccia e don Gianni Di Marco, prelato dalla parrocchia di San Benedetto della chiesa ecumenica, affondava le radici soprattutto nello “scandaloso” matrimonio gay celebrato proprio da Di Marco. Anche allora monsignor Seccia si diede alla scittura, facendo affiggere la lettera nelle bacheche delle tre parrocchie di Alba Adriatica, Villa Fiore e contrada Basciani. Oggi analoga missiva giunge all’intera diocesi, dopo che, in una cappella privata di Frondarola, diverse persone avrebbero partecipato ad una messa che non ha rispettato il messale romano. Preti da diffidare, per Monsignor Seccia, in quanto mai ordinati dalla chiesa cattolica e passibili di scomunica, al pari di chi, come una setta, quelle funzioni le segue consapevolmente. Chissà se per i truffati invece è prevista l’assoluzione. Oppure potrebbero sperare in una denuncia ai carabinieri.

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