Lanciano: legno di acacia per il “Turchino”

trabocco-del-turchino-Anche il Comune di Lanciano parteciperà alla ricostruzione del celebre ‘Trabocco del Turchino’, di proprietà del comune di San Vito Chietino. L’antica struttura da pesca, che ha ispirato Gabriele D’Annunzio nel “Trionfo della morte”, è stata irrimediabilmente danneggiata dalle mareggiate e dalle raffiche di vento. Prima del crollo il trabocco contava 100 pali di acacia e altri di pino. L’amministrazione comunale di Lanciano, attraverso l’assessorato ai Lavori Pubblici coordinato da Antonio Di Naccio, ha disposto che alcune piante diventate infestanti e rischiose per l’incolumità pubblica siano utilizzate per l’opera di ricostruzione della “macchina piscatoria”. I lavori di diradamento cominceranno lunedì 18 agosto ed andranno avanti fino al 20, a totale carico della ditta Tenaglia di Casoli, senza alcun onere per il Comune. La ditta si preoccuperà di tagliare i fusti di acacia e di trasportarli nello stabilimento di produzione. “Inizialmente – si legge in una nota del Comune – si era pensato di intervenire nella zona dove sorgerà il parcheggio di Sant’Egidio, dove la presenza delle acacie è particolarmente impattante sulle abitazioni e sul paesaggio. Tuttavia, dato lo stato dei luoghi, e l’insistenza delle acacie su terreni privati, la ditta non ha ritenuto possibile intervenire in quella zona per prelevare fusti integri. Le acacie saranno quindi prelevate nelle zone selezionate dal settore Lavori Pubblici, ovvero nelle aree di proprietà comunale quali zona San Rocco (quartiere Sacca) e nei dintorni del parcheggio di Via Per Frisa (porta San Biagio e quartiere di Lancianovecchia) e zone limitrofe”. “Siamo estremamente soddisfatti di aver contributo alla rinascita del Trabocco del Turchino – afferma il sindaco Mario Pupillo – in questo modo rendiamo diversi servizi utili alla comunità: il risparmio per i cittadini di Lanciano per lavori che altrimenti sarebbero costati molto alle casse comunali, la pulizia di aree comunali, il recupero del legname che altrimenti sarebbe stato smaltito altrove e, ultimo, ma non meno importante, la partecipazione, seppur parziale, alla ricostruzione di un’opera che è entrata nel cuore di tutti e della cui valorizzazione e salvaguardia ci sentiamo tutti responsabili”.

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