Quando si dice… la legge non ammette ignoranza e questo anche se la legge in questione anzinchè italiana è russa e se l’ignoranza di cui sopra ha anche il sapore storico. Di cosa parliamo? Della polemica sollevata dall’Arcigay di Chieti in merito alla decisione, presa all’unanimità di una recente seduta di consiglio, del comune di Ortona di stringere un gemellaggio con Volgograd, ex Stalingrado,”nel nome della Seconda Guerra Mondiale” si legge nella motivazione. “Mai sia – tuona Claudio Minetti presidente dell’Arcigay- che Ortona si gemelli con una città russa dove recenti leggi antigay e lesbiche hanno prodotto terrore e torture come testimonia chi dalla Russia sta scappando pur di non finire in carceri e liste di proscrizione”. In Italia, inoltre, c’è un precedente che vede protagonista Milano e un’altra città russa, San Pietroburgo: anche in questo caso un gemellaggio in memoria della storia è stato contestato fino ad esser bloccato, anche in questo caso in difesa dei diritti dei diversamente sessuati come qualcuno riassume il panorama gay-lesbo-transgender. Minetti ci spiega come sia il caso “di fare le dovute differenze tra il dovere della memoria del dramma della guerra e delle perdite di vite umane nella campagna di Russia  e un gemellaggio oggi anacronistico e che, anzi, rischia di scatenare reazioni a catena ben oltre i confini abruzzesi”. “Abbiamo già ricevuto la solidarietà dalle sedi Arcigay di Pescara e L’Aquila così come – ci dice Claudio Minetti – stanno arrivando, via via che la vicenda ortonese comincia a circolare su blog e socialnetwork, attestati di affettuosa partecipazione emotiva da tutta Italia. Ortona? Faccia un passo indietro e chieda scusa per un voto forse espresso con superficiale ignoranza di fatti e storie, ma che non giustifca certo consiglieri votanti e sindaco – conclude Minetti. Già nei prossimi giorni partirà, intanto in Abruzzo per poi coinvolgere a macchia d’olio il resto d’Italia, una raccolta firme contro la ratifica del gemellaggio fissata, con cerimonia solenne in Comune ad Ortona, per  il 28 dicembre prossimo. Qualcuno nel frattempo ironizza, forse per alleggerire l’atmosfera, domandandosi… chissà che ne pensa della vicenda un tal Rocco ortonese doc, decisamente poco bigotto e puritano? Che l’Arcigay possa chiedergli di sposare la propria  causa? Staremo a vedere!

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