Che cosa vuol dire lavorare in aree difficili come i paesi in guerra? Come si fa a informare di cosa succede in terre attanagliate da conflitti, minacciate da terroristi, oppure colpite da calamità naturali cercando di proteggere se stessi e non mettere in pericolo gli altri? Si può fare soltanto con tanta esperienza ma anche con un’adeguata preparazione. Parola di Pino Scaccia, giornalista e storico inviato della Rai in aree difficili del mondo, che per un mese ha seguito anche il dramma del sisma aquilano del 2009. E’ tornato in città nei giorni scorsi per dare il suo contributo al secondo corso dedicato a operatori dell’informazione embedded e in aree di crisi promosso dal Centro studi roma 3000 in collaborazione con lo Stato Maggiore dell’Esercito, che si è tenuto all’interno della caserma del Nono Reggimento alpini. Scaccia ha seguito i più importanti avvenimenti degli ultimi vent’anni: dalla prima guerra del Golfo al conflitto serbo croato, dalla disgregazione dell’ex Unione Sovietica fino alla crisi in Afghanistan e al difficile dopoguerra in Iraq. Oltre a numerosi reportage in tutto il mondo, Pino Scaccia si è occupato spesso di cronaca con particolare riferimento a mafia, terrorismo e sequestri di persona, oltre a terremoti e disastri naturali in tutto il mondo. Attualmente è capo redattore dei servizi speciali del Tg1 e ha pubblicato libri come “Armir, sulle tracce di un esercito perduto”. Ora mette il suo immenso bagaglio di esperienze a disposizione dei giovani che si preparano a partire per le tante aree difficili del mondo.
L’Aquila: Scaccia ” ancora vivo il ricordo del sisma”

Sii il primo a commentare su "L’Aquila: Scaccia ” ancora vivo il ricordo del sisma”"