Da una parte c’è la legge 71 del giugno 2013 sull’assistenza alla popolazione che prevede il contenimento delle spese, dall’altra la successiva delibera della giunta comunale del luglio dello stesso anno. Sono gli atti sui quali il consigliere Mancini ha chiesto chiarezza in particolare per quanto attiene l’assegnazione degli alloggi del Progetto Case. la delibera della giunta – ha sottolineato Mancini – stabilisce che gli alloggi del Progetto Case che si liberano non vanno tutti a coloro che percepiscono il contributo di autonoma sistemazione, che vivono in abitazioni con affitti concordati o in quelle del fondo immobiliare come previsto dalla legge, ma solo il 20% degli alloggi liberi. Ciò – ha aggiunto Mancini – non produce quindi quella riduzione della spesa che era nella premessa della norma. L’anomalia maggiore, ed il conseguente minore risparmio di risorse, sottolinea Mancini si registra negli alloggi del fondo immobiliare. Infine – conclude il consigliere – la legge prevede l’assegnazione delle abitazioni del progetto Case anche ai residenti di altri comuni della provincia con casa inagibile che ne facciano richiesta per motivi sanitari o di lavoro. Penalizzando, così, i cittadini residenti a L’Aquila proprietari di altre abitazioni
nel raggio di 30 Km che pagano di tasca propria affitti onerosi. Quest’ultimo è proprio il caso di Grazia Schiavi, proprietaria di una seconda casa a Rocca di Mezzo. La signora vive a L’Aquila sua spese. Invano ha chiesto l’assegnazione di un alloggio del progetto Case.
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