La procura della Repubblica dell’Aquila ha avviato l’inchiesta sull’allarme prostituzione minorile lanciato dal vescovo ausiliario Giovanni D’Ercole. Il vescovo ha riferito di essere stato informato da un medico dell’ospedale dell’Aquila del fatto che ci sono minorenni, anche con meno di 14 anni, che si prostituiscono per una ricarica telefonica. Sull’allarme per la presunta prostituzione minorile nel capoluogo abruzzese il Tg8 ha intervistato l’assessore comunale alle politiche sociali Emanuela Di Giovambattista.
IL COMMENTO DI STEFANIA PEZZOPANE (PD)
“Sul fenomeno della baby prostituzione, denunciato dal Monsignor D’Ercole in questi giorni, va fatta piena luce”. Lo dichiara la sen. Stefania Pezzopane, dopo le recenti notizie riportate dalla stampa. “Va compresa l’entità di questo fenomeno, quanto sia davvero diffuso tra le adolescenti abruzzesi. Vanno comprese le ragioni che spingono le giovani a vendere i loro corpi e il disagio che si cela dietro queste scelte. Ma accanto al disagio dei giovani, che rischia di imboccare strade sempre più tortuose, andrebbe stigmatizzata la scelta dei potenziali clienti, adulti e consapevoli sfruttatori di corpi bambini. Chi sono gli uomini che stanno dietro la compravendita del sesso? Chi sono gli orchi che approfittano di adolescenti per la mercificazione dei loro corpi? Interroghiamoci non solo su cosa accade tra gli adolescenti, ma su cosa sta accadendo tra gli adulti. Non abbiamo bisogno di paternali moralistiche e bacchettone, né di qualcuno che getti altro fango, altre macabre ombre su una città che sta cercando di riconquistare una sua dignità, una sua identità sociale e culturale. Semmai occorre vigilanza, serve rafforzare la rete di servizi sociali a favore dei minori, servono politiche specifiche per gli adolescenti. Ma forse il mondo degli adulti, di tanti uomini che cercano una sessualità bambina dovrebbe destare ancor più scalpore e sconcerto. Va fatta chiarezza e bene hanno fatto gli inquirenti ad aprire un’inchiesta che vada fino in fondo per comprendere l’entità di un fenomeno sommerso, fatto anche e soprattutto di adulti impuniti”
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