( di Marianna Gianforte) – E’ polemica per la decisione del Comune dell’Aquila, in accordo con le associazioni dei costruttori e con gli enti previdenziali e assistenziali, di chiudere tutti i cantieri della ricostruzione nei giorni dell’Adunata degli Alpini. Una decisione scaturita dalla necessità di garantire sicurezza non solo nei cantieri stessi, ma anche pubblica e per assicurare la massima praticabilità delle strade cittadine in una settimana in cui sono attese all’Aquila 400 mila persone, un numero – secondo gli organizzatori – che supera quello di altre adunate italiane, segno che L’Aquila è rimasta nel cuore di tanti Alpini che qui hanno lavorato nei mesi dell’emergenza sismica. Ora sono i sindacati edili regionali che si dicono allarmati: “La chiusura dei cantieri per una settimana – dicono – ci penalizza”. Le preoccupazioni principali riguardano “la possibilità che 11mila lavoratori non possano chiedere la cassa integrazione e il rischio di perdere soldi in busta paga”. La richiesta dei livelli regionali dei sindacati è di ridurre, dunque, i giorni di chiusura da 8 a 3, come per le scuole. Ad essi risponde l’associazione provinciale dei costruttori che ricorda come “le rappresentanze locali e di categoria già si siano premurate da tempo di avere un confronto diretto con la Commissione per la Cassa integrazione”. Non c’è alcun rischio, dunque, per i lavoratori. A tranquillizzare i sindacati, invitando a godersi la festa senza fare le solite polemiche, è anche l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, che ribadisce: “Gli accordi con gli enti previdenziali e con gli imprenditori garantiranno il rispetto dei diritti dei lavoratori edili. I giorni persi, inoltre, non saranno conteggiati al fine del termine dei lavori previsto per contratto. Dunque, nessuna penale per quelle imprese che temono ritardi nella consegna dei cantieri”.
L’Aquila- Arrivano gli alpini, la città si ferma

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